La cucina spagnola è apprezzata in tutto il mondo sia per varietà che per qualità dei piatti.
Sapori di Spagna
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La paella |
Il pulpo alla gallega |
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Churros e cioccolata |
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La paella |
Il pulpo alla gallega |
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Churros e cioccolata |
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Zuppa di pesce del Delta del Mekong |
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Il bacalà alla Vicentina – Credits Confraternita del Bacalà |
Gyros: sottilissime fettine di carne di maiale o manzo speziata che viene fatta cucinare a fuoco lento in uno spiedo verticale (da qui il termine gyros che in greco significa appunto “girare”) e poi sfilettata ottenendo succulenti sfilacci che possono essere consumati da soli o serviti dentro a una pita, un pane piatto e ovale che somiglia alla piadina, il tutto solitamente condito con la salsa allo yogurt tzatzichi e cipolla, oltre alle immancabili patatine fritte.
InghilterraCornish Pastry: è un fagottino di sfoglia ripieno di manzo tritato, patate cipolla e rapa. In Cornovaglia, regione di origine del piatto, come indica il nome stessi, si gusta dal ‘700, quando divenne il piatto dei minatori.
Come ogni street food che si rispetti, va gustato passeggiando, magari lungo una delle magnifiche spiagge della costa della Cornovaglia
Avete qualche altro cibo di strada da aggiungere alla lista?
Con questo post inauguro la nuova rubrica di Viaggiolibera che ho chiamato “Ricette dal mondo“.
Per me il viaggio è un’esperienza a 360° che non può prescindere dai sapori e dai piatti tipici del paese che visito, piatti che assaggio quando sono in viaggio ma con i quali spesso mi cimento a casa, un po’ per ritrovarne i sapori, un po’ per darmi l’illusione di fare un nuovo viaggio, se non spaziale almeno di gusto!
E’ proprio spinta dalla malinconia per gli Stati Uniti che domenica scorsa ho deciso di cimentarmi nel più classico dei dolci americani, l’intramontabile Apple Pie!
Questo dolce appartiene alla tradizione e alla storia di questo paese dal momento che si diffuse nel New England all’epoca dei primi coloni perché fatto di ingredienti semplici e facili da reperire anche lontani dalla madrepatria, ed ebbe in breve un tale successo e diffusione nel resto delle colonie da radicarsi profondamente nella cultura americana tanto da arrivare fino ai giorni nostri come simbolo indiscusso della cucina tipica degli Stati Uniti, emblema stesso della famiglia americana, un po’ come il tacchino del Ringraziamento!
Tale è l’identificazione nazionale in questo dolce che nel tempo sono state coniate numerose espressioni idiomatiche che rimandano a questo concetto, la più famosa ed emblematica delle quali recita As american as apple pie, e ancora motherhood and apple pie, per indicare una persona attaccata ai valori della famiglia; addirittura si racconta che i soldati in partenza per la seconda guerra mondiale sostenevano di andare a combattere “for Mum and apple pie“.
Ma bando alle ciance, passiamo alla ricetta che ho sperimentato per la prima volta io stessa con grande e inaspettato successo !L’ho servito caldo assieme ad una pallina di gelato alla panna….sublime! Minimo sforzo massima resa, le ricette che piacciono a me!
Essendo io una patita del biologico, prediligo ingredienti bio ma nulla vieta di usare ingredienti classici
Ricetta per 4-5 persone
Ingredienti
300 gr di farina bio 00
150 gr di burro bio ammorbidito
50 ml di acqua molto fredda
1 pizzico di sale
100 gr di zucchero di canna bio
4-5 mele renette o golden bio
1 cucchiaino di cannella bio in polvere
3-4 gocce di olio essenziale di limone bio
mezzo cucchiaino di vaniglia bourbon in polvere
Procedimento:
Amalgamare la farina con il pizzico di sale e il burro fino ad ottenere un composto sabbioso e non grumoso, aggiungere piano l’acqua ed impastare fino ad ottenere una pasta non friabile. Se appiccica aggiungere un po’ di farina.
Fare una palla, rivestire con pellicola e mettere in frigo per mezz’ora.
Nel frattempo sbucciare e tagliare a spicchi le mele e aggiungere lo zucchero, la cannella, le gocce di olio essenziale di limone (non più di 3-4 altrimenti poi sa troppo di limone) , la vaniglia in polvere e un cucchiaio scarso di farina.Amalgamare il tutto e lasciare riposare in modo che le mele si aromatizzino bene.
Togliere la pasta dal forno e stenderne poco più della metà creando un disco di pasta con la quale rivestire la base e i bordi di una tortiera del diametro di 25 cm..
Distribuire le mele sulla base di pasta, stendere l’altra parte di pasta creando un disco con il quale sigillare la tortiera. Eliminare la pasta in eccesso lungo i bordi e premerli bene in modo da sigillarli.
Cuocere in forno a 180-200° per ca. 60 minuti partendo se possibile con il calore solo da sotto per evitare che si bruci il guscio.
Sfornare, verificare la cottura e aspettare che raffreddi un po’ (le mele dentro sono bollenti appena tolto il dolce dal forno). Servire caldo accompagnato da una pallina di gelato alla panna o vaniglia.
And now….Enjoy!!!
Come molti aspetti della vita in Galizia, anche sua la cucina è plasmata dal mare e si declina principalmente in una varietà infinita di pesci e frutti di mare (pescados y mariscos), alcuni dei quali si trovano solo qui, che rendono questa regione una destinazione gastronomica d’eccellenza.
Il re incontrastato di tutte le tavole galiziane è lui, il Pulpo a la Gallega, o Pulpo a feira nella lingua locale, a ricordare il fatto che è per eccellenza il piatto delle feste; bollito in acqua per quasi un’ora, viene poi tagliato a pezzetti e cosparso di abbondante olio e peperoncino piccante. Una vera delizia!
Tra i frutti di mare più curiosi e prestigiosi ci sono i percebes , dei crostacei che crescono esclusivamente sugli scogli battuti dalle onde della costa atlantica, rendendo il lavoro del percebeiro pericolosissimo, motivo per il quale sono tra i piatti più costosi e difficili da trovare; se ne distinguono due varietà, quelli ancorati “al sole” (de sol), più tozzi, e quelli meno pregiati cresciuti sotto il livello del bagnasciuga (de sombra), più smilzi e acquosi. Questi crostacei, della lunghezza di pochi centimetri, hanno un aspetto decisamente curioso, con il corpo formato da un tubicino a fisarmonica che termina in una specie di unghia molto dura, dalle sfumature verdastre; a guardarli sembrano le dita di un mostriciattolo preistorico! Si cucinano in acqua bollente per pochi minuti e vengono serviti ancora caldi.
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Zamburiñas |
Altra delizia esclusiva delle tavole galiziane sono le zamburiñas, dei gustosi molluschi simili alle capesante ma più piccoli, di consistenza e gusto di qualità nettamente superiore rispetto a quelle nostrane. La lista dei frutti di mare prosegue tra calamari, seppie, cozze, ostriche, vongole e crostacei vari serviti cotti, crudi o impanati e fritti come tapas da aperitivo, tutti con prezzi sorprendentemente economici rispetto ai nostri canoni. Ai frutti di mare si aggiunge una vasta varietà di pesci, molti dei quali cucinati con ricette tradizionali, come il merluza a la gallega cotto nel brodo e servito con patate.
Tra i piatti di terra spiccano l’empanada, una sorta di crumble salato fatto con farina di mais, il lacón con grielos, piatto invernale per eccellenza, che consiste in carne di maiale servita con radicchio selvatico cotto e patate, e l’immancabile jamon asado (una sorta di arrosto di prosciutto).
E ancora, i pimientos de Padron, dei piccoli peperoncini verdi dolci, cotti in padella e serviti caldi cosparsi di sale grosso; tra tanti di dolci se ne nasconde sempre qualcuno di piccante, il divertimento sta nello scoprire a chi toccherà!
Ancora una volta la Galizia sorprende rivelandosi uno gustosissimo viaggio culinario da cui è impossibile non farsi tentare.
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