Zona Bicocca MilanoGrazia Guarnieri, guida turistica autorizzata per Milano e Provincia, ci conduce per mano in un itinerario per visitare un angolo della sua città, la zona Bicocca.

Quest’area di Milano prende nome dalla Bicocca, villino di caccia della famiglia Arcimboldi. L’area diventa un quartiere operaio agli inizi del ‘900, con il definitivo insediamento degli stabilimenti Pirelli e Ansaldo che vengono smantellati a partire dagli anni ’80. La riqualificazione, curata principalmente dallo studio dell’architetto Vittorio Gregotti, ha fatto nascere un quartiere completamente rinnovato, dotato di avanzati servizi culturali e costruzioni moderne. 
Questo itinerario è percorribile in qualunque giornata. Unica limitazione: evitare i giorni di nebbia, che impediscono di godersi il panorama dalla Collina dei Ciliegi. 

Il Borgo Pirelli

Borgo Pirelli
Borgo Pirelli

Il nostro giro inizia dalla fermata M5 Bicocca. Da Via Pulci o Viale Rodi arriviamo in Viale Sarca.

Qui la prima sorpresa: l’antico villaggio operaio accanto alla nuova collina. 
Il Borgo Pirelli nasce negli anni ’20 del Novecento per ospitare gli operai che lavoravano alla Pirelli. Il Borgo è composto da una serie di villette mono e bifamiliari a cui si aggiunge un condominio di quattro piani. Questi edifici presentano insolite, sobrie decorazioni liberty. Al piano terra del condominio, negozi per fornire servizi e generi alimentari agli operai. Le villette sono dotate di un piccolo giardino – orto. Spero che ci sia presto una ristrutturazione rispettosa di questo quartiere a misura d’uomo. 
Da qui saliamo sulla Collina dei Ciliegi e godiamoci il panorama.

La Collina dei Ciliegi, alta 25 metri è nata nel 2007 sovrapponendo le macerie delle industrie demolite. Da qui c’è ampia visuale sul quartiere. E in primavera i ciliegi sono in fiore sono meravigliosi! Ora abbracciamo con lo sguardo la grande area dove sorgevano le officine, demolite a partire dagli anni ’80. Scordiamoci le dimensioni minute del Borgo Pirelli: qui le costruzioni e le ampie piazze a due livelli hanno una dimensione monumentale, si impongono allo sguardo. Gli ampi edifici della Bicocca sono riconoscibili dal colore rosso mattone delle facciate e dalle finestre quadrate. Del Teatro degli Arcimboldi riconosciamo la grande vetrata e la torre scenica. Fa da sfondo al quartiere un grande palazzo di un rosso più scuro rispetto all’università. Si tratta di un imponente edificio di edilizia convenzionata, un trait d’union fra la Bicocca e Sesto San Giovanni. 

Il Quartiere Bicocca e il Teatro Arcimboldi

Scendiamo dalla collina ora, e immergiamoci nel quartiere. 
Negli anni ’90 la necessità di decongestionare l’Università degli Studi ha portato alla nascita dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. I grandi palazzi rossi ospitano aule, uffici, laboratori e aule studio. Le piazze sono pensate come luoghi di aggregazione per studenti e abitanti del quartiere. Sono alberate, dotate di panchine e fornite di vari servizi (parafarmacia, posta, supermercato, vari bar, lavanderia …). La mia preferita è Piazza della Trivulziana. Enorme, incorniciata da immobili universitari e residenziali, eppure vivace e umana, percorsa da famiglie e studenti. 
Dirigiamoci verso Viale dell’Innovazione, per vedere il Teatro degli Arcimboldi. Il teatro viene inaugurato a inizio 2002 per sostituire la Scala, interessata da lavori. Con il tempo ha guadagnato un pubblico affezionato alla buona programmazione di musical e spettacoli. La caratteristica copertura vetrata illumina la grande hall con le aree di servizio e l’accesso alla sala a ventaglio, nota per l’eccezionale acustica. 

Villa Bicocca degli Arcimboldi

Villa Bicocca degli Arcimboldi
Villa Bicocca degli Arcimboldi

Prendiamo Via Padre Buccaro per andare su Viale Sarca. Dietro i cancelli, al centro di un parco ben tenuto, la casa che ha dato il nome al quartiere: la Bicocca degli Arcimboldi

La villa è stata costruita nella seconda metà del XV dagli Arcimboldi, come luogo per la caccia e lo svago. Rimane un’interessante, isolata testimonianza dell’arte del Quattrocento lombardo. Disposta su tre piani, è interamente decorata da affreschi. Particolarmente curiosi gli affreschi al piano nobile, nella cosiddetta sala delle dame. Rappresentano la giornata ideale della padrona, dal risveglio, al gioco degli scacchi, fino alla preparazione del letto nuziale. La villa attualmente è di proprietà della Pirelli e non è aperta al pubblico. 

La sede Pirelli

Procediamo lungo Viale Sarca. Al numero 222 l’attuale sede della Pirelli conserva un’altra particolarità. Qui sorgeva l’immensa torre di raffreddamento. Nel corso del rifacimento della sede aziendale, si è deciso di conservarla. Il risultato è incredibile. Un cubo di vetro e acciaio avvolge e lascia intravedere la vecchia torre. Si tratta di un luogo privato ma è possibile dargli un’occhiata all’interno presentandosi con serenità e … evitando le foto con il flash!

Torre Breda, da serbatoio a polo culturale

Torre Breda Milano
Torre Breda

Camminiamo ancora e ci troviamo a una fermata M5: Ponale. Prima di tornare a casa, guardiamo l’ultima chicca: l’alta torre che svetta davanti a noi. 

Non siamo più in zona Pirelli. Questa torre fabbricata nel 1913 in stile neo-rinascimentale, era usata da Breda. Serviva da serbatoio idraulico sulla linea dell’acquedotto. Il fabbricato a due piani che si trova al su fianco, conteneva i macchinari di servizio e la casa del custode. Il Dipartimento de Scienze della Terra dell’Università Bicocca ha dichiarato che trasformerà quest’area abbandonata in una stazione di ricerca sulla qualità dell’aria e della vita cittadina. Non vedo l’ora: Milano ha bisogno di cambiare rotta, a proposito di qualità dell’aria! Nel frattempo, prima di tornare alla nostra quotidianità, guardiamo questa magnifica torre illuminata. 
Grazia Guarnieri 
@EclecticToursMI
Guida Autorizzata di Milano e Provincia