E’ difficile spiegare che cosa sia il quartiere vecchio di Hanoi, arduo cercare di racchiuderlo dentro una definizione di poche parole. Groviglio di strade, brulicare di vita, babilonia di lingue, vorticoso miscuglio di colori e forme… potrei continuare all’infinito ma sono certa che mai riuscirei a trovare le parole adatte a contenere la stravagante, enigmatica, persino eccessiva seduzione del Quartiere Vecchio della capitale vietnamita. Forse la cosa più semplice da dire è che Hanoi è l’Asia, quella vera, autentica, grezza, a tratti persino scomoda, quella che altre metropoli orientali hanno già cancellato, fagocitata da grattacieli e sfolgoranti centri commerciali.
Tra medioevo e modernità
Il Quartiere Vecchio di Hanoi, anche se non immune alla globalizzazione, ha mantenuto l’atmosfera medievale, operando una trasformazione al contrario: qui sono i marchi internazionali ad essersi adattati all’ambiente urbano, esibendo le loro immacolate vetrine accanto a vecchie botteghe di ciabattini e falegnami, empori decadenti e piccoli caffè dai tavolini sbiaditi dal tempo e dallo smog. Anche le vie più turistiche lungo le quali si allineano decine di negozi di souvenir mantengono il tipico carattere orientale, basta dare uno sguardo al marciapiede perennemente invaso di motorini parcheggiati e banchi ricoperti di chincaglierie varie.
Le corporazioni del Quartiere Vecchio
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