Mi sorprendo ad avere nostalgia di Amburgo molto più di quanto avrei mai immaginato, così come ad appena un giorno dal mio arrivo mi sono sorpresa ad esserne affascinata come mai avrei pensato. Ciò che mi ha subito colpita di Amburgo è il suo essere diversa, lontana dallo stereotipo delle città tedesche che già conoscevo. 
Il carattere internazionale di Amburgo è talmente marcato da far quasi dimenticare che si è in Germania; all’inizio ho provato a paragonarla alle città danesi o scandinave, ma presto ho capito che i confronti avevano poco senso, perché Amburgo ha una sua identità ben precisa, un carattere forte e indipendente forgiato sin dal Medioevo, quando alla città furono concessi diritti di libero scambio e l’esenzione dai dazi doganali.
E’ in questo fatto storico che risiede la trasformazione dell’antica roccaforte carolingia, Hammaburg, in un importante e fiorente porto mercantile e uno dei principali membri della Lega Anseatica. Un’ascesa costante che perdurò senza sosta fino al terribile incendio del 1842 che bruciò la città per quattro giorni radendo al suolo un terzo degli edifici, ma da cui il suo spirito di intraprendenza riemerse più determinato di prima. Lo stesso spirito con cui si risollevò dalla distruzione lasciata dalla Seconda Guerra Mondiale, quando si fece artefice del grande Wirtschaftswunder, il miracolo economico. 
Ancora oggi Amburgo rimane ambiziosa: la seconda città della Germania e la più ricca, il principale polo editoriale del paese (qui hanno sede 15 delle 20 più importanti testate giornalistiche tedesche), il secondo porto d’Europa. 
Lungo il porto
Amburgo parla la lingua del commercio marittimo, fervente e continuo, che ne proietta i confini oltre quelli geografici rendendola un ponte sul resto del mondo; parla la lingua dell’informazione, grandi nomi di testate come Die Zeit, Der Spiegel e Stern che sono sinonimo di autorevolezza e giornalismo d’autore.
La città mi aveva incuriosita ancora prima di metterci piede perché trovavo singolare che tutte le guide turistiche lette per prepararmi al viaggio indicassero il porto come principale attrattiva. Solitamente i porti mercantili sono zone poco accoglienti se non addirittura squallide, popolate di enormi gru e container, luoghi che rimangono esclusi dai classici percorsi turistici. 
Amburgo invece sul porto non solo ha costruito il suo passato ma ha scommesso il suo futuro e l’ha reso luogo di lavoro e al contempo spazio urbano innovativo e moderno. E’ proprio da qui che bisogna iniziare ad esplorare la città, dal suo cuore pulsante che batte al ritmo delle navi cariche di container che attraccano e salpano senza sosta. Passeggiando lungo le banchine di Landungsbruecke, il molo dove sono ormeggiati i barconi per turisti, si ha una visione d’insieme che mostra come porto mercantile e quartiere urbano convivano in maniera naturale, e mentre lungo il molo si può pranzare con un piatto di fish and chips o acquistare un biglietto per le crociere sulle Barkassen, a pochi metri le attività navali e commerciali continuano a ritmo serrato.
Amburgo ha saputo rendere il porto un luogo piacevole tanto da sottrarne una parte alla zona mercantile per creare un nuovo avveniristico quartiere, Hafen City, ancora in fase di costruzione e i cui lavori dovrebbero terminare nel 2020. 
Una città del 21° secolo, oltre 120 ettari di terra su cui sorgono e sorgeranno uffici, ristoranti, parchi, piazze e lunghe promenades sull’acqua. Un progetto ambizioso per una città che dal Medioevo in poi non ha mai smesso di sognare in grande.
Speichstadt
Alle spalle di HafenCity sorge uno dei luoghi più incredibili e speciali di Amburgo, lo Speicherstadt: un complesso di enormi edifici in mattoni rossi, un tempo magazzini di stoccaggio, che oggi ospita musei, spazi espositivi, locali, ristoranti etnici e di tendenza ed uffici. Di nuovo un grande progetto di riqualificazione urbana che ha fatto risorgere un’area storica della città trasformandola in uno dei suoi landmark più significativi. 
Passeggiando per lo Speicherstadt si percepisce chiaramente come Amburgo sia una città sull’acqua: gli edifici affacciano su un infinito intrico di canali, i fleet, collegati tra loro da un labirinto di ponti; pensate che Amburgo ha più ponti di Venezia!
Modernità, eleganza, carattere indomito, internazionalità, sono tutte caratteristiche che definiscono Amburgo, una metropoli nata dall’acqua e che nell’acqua vede riflesso il suo futuro.