Eccoci arrivati all’ultimo capitolo del nostro itinerario #rutasdespaña.
Zaragoza è una città piacevole e interessante da visitare, abbastanza grande da far respirare un clima cosmopolita ma abbastanza piccola da far sentire subito a proprio agio. La monumentalità dei sui edifici storici si accompagna alle atmosfere raccolte degli stretti vicoli del centro, che lasciandosi alle spalle ampi spazi urbani paiono inoltrarsi nel ventre della città conducendo in animato labirinto di tapas bar e taverne.

 

La Basilica del Pilar 

L’attenzione dei turisti è subito catalizzata dalla magnifica Basilica del Pilar, gioiello di arte barocca e una delle mete di pellegrinaggio più importanti della cristianità.
Affacciata sulle rive del fiume Ebro, la Basilica ha una storia antica e complessa e quella che si ammira oggi è la struttura che sostituisce l’antecedente in stile gotico del 1500, che a sua volta sostituì una precedente basilica romanica.
Da fuori la Basilica colpisce per le monumentali dimensioni e per l’austerità delle facciate che lascia però anche spazio alla calda policromia nelle tegole delle cupole sul tetto: un tocco bizantino che la rende un interessante mix di stili architettonici.
Tanta maestosità colpisce ancora di più se si pensa che l’intero impianto architettonico fu progettato attorno ad una singola colonna, che rappresenta uno dei simboli più potenti della cristianità.
Il pilastro (pilar) è secondo la tradizione la colonna che la Vergine Maria portò con sé nel suo viaggio a Zaragoza e che donò all’apostolo Santiago, perché a partire da essa si costruisse la prima cappella cristiana. Ancora oggi la colonna viene venerata da milioni di pellegrini e polarizza la vita della città essendone diventata il simbolo distintivo.
La Basilica è anche custode di massimi capolavori artistici, come il  Retablo Maggiore del XVI secolo in alabastro policromo, una meraviglia scultorea di immenso valore, il coro maggiore, con stalli di legno in stile plateresco, il monumentale organo senza dimenticare la volta affrecata da Francisco Goya.
Un luogo di culto ma anche di arte, un tempio dove la magnificenza dei simboli di fede è ampliata da capolavori del genio umano.

La Cattedrale del Salvatore

La grandezza di Zaragoza si ritrova anche nel fatto che la città ha un’altra importantissima chiesa che si erge a pochi passi dal Pilar: la Cattedrale del Salvatore, che qui tutti chiamano La Seo.
La Cattedrale è un libro aperto sulla storia di Aragona: iniziata nel XII secolo come tempio romanico, ad inizio del 1300 si iniziò la costruzione di una nuova chiesa in stile gotico e ancora a fine del 1400 vennero aggiunte le due navate laterali. Una lunga evoluzione che fa della Seo un concentrato delle tendenze artistiche medievali, rinascimentali e barocche.
All’esterno, nel muro della Cappella di San Michele, sono presenti anche interessanti elementi di mudejar aragonese che rendono ancora più eclettico il congiunto di stili.
L’interno, diviso in cinque navate, è un immenso spazio architettonico sovrastato da grandi volte dove si rintracciano elementi gotici, mudejar e neoclassici. Sedici cappelle si aprono lungo il perimetro, ognuna con pale ed altari dalle caratteristiche uniche. L’apice artistico è raggiunto nel Retablo Maggiore gotico in alabastro policromo.
La Cattedrale ha anche un interessante museo che ospita una collezione di arazzi fiamminghi.

Goya

Durante una visita a Zaragoza ci sono diverse occasioni per confrontarsi con il genio di Goya, originario di Fuendetodos, un paese che dista 40 chilometri dal centro città.  Oltre ad ammirarne le opere ufficiali, è possibile confrontarsi con il lato più intimo ed umano di Goya, quello che emerge dalla serie di bozzetti ed incisioni della collezione del Museo Ibercaja Camon Aznar. La cronologia delle opere esposte, che va dalla gioventù zaragozana fino alla morte avvenuta nel 1828, fa di questo museo uno dei più importanti riferimenti per lo studio dell’opera e della personalità del pittore.
Nelle sale immerse nella penombra gli schizzi e le incisioni paiono prendere vita, le figure sembrano acquistare movimento; è particolarmente nella serie denominate Los Capricios e I disastri della Guerra che si manifesta l’acuto spirito critico del maestro: sguardi intensi, volti deformati dal dolore e dalla sofferenza, schiene piegate dal peso della vita e della fatica. Quella di Goya non è solo la rappresentazione della realtà a lui contemporanea ma la denuncia delle brutture della guerra, delle ingiustizie, dell’iniquità della politica, della barbarità dell’uomo; questi schizzi, antesignani del reportage foto-giornalistico, restituisco un affresco crudo e diretto dell’epoca e per molti aspetti sono ancora tristemente attuali.
La serie della Tauromaquia ritraccia la storia della corrida dal medioevo fino all’epoca del pittore e di nuovo restituisce istantanee di gesti ed eventi. Le litografie della serie I Tori di Burdeos, realizzate all’età di ottant’anni, solo tre anni prima della sua morte, dimostrano ancora una volta il genio di Goya, capace di reinventarsi ed evolvere anche in così tarda età.
Il Museo ha sede nel prestigioso Palacio del Infanzón, in stile rinascimentale con un meraviglioso patio che presenta la struttura e gli elementi tipici dei cortili aragonesi del Rinascimento.

Il Palazzo dell’Aljaferia

La massima espressione dello stile ispano-musulmano a Zaragoza si trova nel Palazzo dell’Aljaferia, al cui interno si può ammirare il tipico patio con vasche e colonne rifinite con decorazioni in stile arabo. Il palazzo fu ristrutturato dai Re Cattolici nel 1492 e all’interno si possono visitare le sale di rappresentanza, con magnifici soffitti lignei.
Zaragoza custodisce molti altri palazzi rinascimentali degni di nota, come il Palacio de Sastago, anch’esso con un bellissimo cortile interno.
Numerosi sono anche gli edifici in stile mudejar, come la Chiesa di San Miguel de los Navarros, risalente al XIV secolo.
Altro gioiello è la Lonja de Mercaderes (Borsa dei Mercanti), magistrale espressione dell’architettura civile rinascimentale aragonese, con un grande salone sovrastato da volte a crociera stellata.
Il mio consiglio è quello di girovagare per il centro fermandosi ad ammirare i palazzi che si incontrano, entrando nelle tante chiese e sostando nelle piazzette e nei vicoli per bere un caffé o degustare qualche tapas. Prima di partire, non dimenticate di ammirare la Basilica del Pilar dal Puente de Piedra, una delle viste più romantiche di tutta Zaragoza!

Guida al viaggio

La città è facile da visitare grazie all’estesa rete di autobus pubblici, molti dei quali hanno come capolinea la Piazza del Pilar. Il centro storico si presta ad essere visitato a piedi essendo relativamente piccolo.
Con la Zaragoza Card è possibile entrare nella maggior parte dei monumenti ed usufruire del trasporto pubblico. Molto simpatica è anche la Zaragoza Tapas Card, che include la degustazione di 4 tapas con birra o bibita in 15 bar diversi del centro: un ottimo modo per degustare la città!
Se invece preferite i dolci, non perdetevi il Chocopass, in onore della tradizione del cioccolato che a Zaragoza risale al XVI secolo; questo pass include 5 assaggi in 12 diverse pasticcerie del centro, un ottimo motivo per scoprire il cuore della città concedendosi qualche sosta golosa!
Per acquistare le card e per tutte le informazioni sulla visita potete vistare il sito di Zaragoza Turismo