Monumentale, spettacolare, dorata, splendente, sorprendente, gli aggettivi per Salamanca potrebbero continuare all’infinito tanto la sua bellezza mi ha colpita.
Nel primo abbozzo di viaggio di #rutasdespana non avevamo pensato di inserirla come tappa, troppo fuori rotta per prenderla in considerazione, ma poi la voglia sopita da tanti anni e la continue ripromesse di trovare l’occasione per vederla hanno avuto la meglio, ed ecco che il nostro itinerario si è allargato e da Jerez de la Frontera abbiamo puntato a nord. Mai decisione fu più saggia, Salamanca ha valso ogni singolo chilometro fatto per raggiungerla.
A sorprendere è l’incredibile numero di monumenti, palazzi e stili condensati in un centro storico compatto e raccolto, dove tutto risulta vicino. In effetti camminando per le vie si ha l’impressione che i domini che nel passato si succedettero alla guida della città abbiamo avuto tanta premura di lasciare un segno da costruire edifici, chiese e palazzi oltre lo spazio a disposizione, creando una sorta di gioco ad incastro, dove ogni monumento diventa il naturale proseguimento del successivo. Basta dare uno sguardo alla mappa turistica di Salamanca per rendersene conto: ogni cosa è lì vicino, pronta a svelarsi.
Anche se i monumenti e le chiese sono tra loro diversi e riconoscibili, c’è un elemento che li accomuna tutti: la pietra di Villamayor (un paese poco distante da Salamanca). Il suo delicato colore beige crea un’armonia monocromatica che rilassa lo sguardo e dona eleganza all’insieme, e alla luce del tramonto si accende di calde sfumature colorando la città di rosso. Ad aggiungere bellezza alla pietra è lo stile plateresco, di cui Salamanca è la culla: una fusione della maniera gotica con l’arte mudéjar che ha arricchito le facciate di espressive forme naturalistiche, imitando i lavori di argenteria (in spagnolo plata, da cui il nome).

Salamanca non è solo architettura ma anche e soprattutto sapere: la sua Università, una delle più antiche d’Europa, è un tempio della cultura spagnola e non solo; da secoli motivo di attrazione di grandi menti, l’università è servita da esempio per i grandi atenei americani. E’ grazie ad essa che Salamanca è divenuta una città viva, saggia, brulicante di vita e di idee. Tra le mura dell’ateneo si sono formati grandi personaggi della storia spagnola: Unamuno, Lope de Vega, Fray Luis, Santa Teresa de Jesus. Una lista infinita di nomi illustri che lascia sbalorditi.

La stessa Salamanca si presenta come un libro aperto sulla storia che racconta l’evolversi del gusto e dello stile: le mura medievali ne limitano e proteggono la bellezza e gli eleganti palazzi raccontano il sogno di una città rinascimentale pensata su scala umana. 
Il cuore di Salamanca è Plaza Mayor, la madre di tutte le piazze e l’orgoglio barocco della città: abbastanza magnificente da lasciare senza parole al primo sguardo, abbastanza raccolta da far sentire a proprio agio, protetti dai suoi lunghi portici che abbracciano lo spazio centrale, un salotto urbano di straordinaria bellezza.
A Salamanca le architetture sono legate una all’altra in un continuo indissolubile, come le due Cattedrali, la nuova, gotica, rinascimentale e barocca, e l’antica, in stile romanico. Dal silenzio raccolto dell’antica che con le sue atmosfere intime ispira alla preghiera, alla grandiosità della nuova al cui cospetto si percepisce la piccolezza dell’uomo. 
Il libro di Salamanca racconta anche storie di scoperta e conquista, come quella che si scrisse nel Convento di San Esteban, dove Colombo venne a cercare l’appoggio di Domingo de Deza di fronte ai re Cattolici. Fu in questo stesso luogo che Bartolomeo della Casa difese il riconoscimento degli indigeni come essere umani, un altro passo importante nel cammino dell’umanità.
Camminare per le vie di Salamanca è una continua scoperta, con sempre nuovi tasselli di storia che si svelano di fronte agli occhi, colmandoli di stupore e meraviglia.
(Per tutti i dettagli per la visita dei monumenti e la guida al viaggio leggi questo post)