Romana, araba, cristiana, modernista…Valencia è tante cose, tante anime tenute insieme dal filo sottile del tempo. L’odierno simbolo della città è la spettacolare Città delle Arti e delle Scienze, un capolavoro di ingegneria e architettura post-moderna progettato dall’architetto valenciano Santiago Calatrava. Un’opera di valore urbanistico indiscutibile ma che sopratutto rappresenta l’indole dinamica della città e dei valenciani, un carattere talmente indomito da aver spostato il corso del fiume Turia dopo le devastanti esondazioni che misero in ginocchio la città nel 1986; non solo i cittadini votarono per la deviazione delle acque ma si opposero anche fermamente al progetto che quel canale nel cuore della città diventasse un’autostrada. Scesi in piazza a protestare a gran voce dimostrarono che la città apparteneva a loro ed ottennero che il letto del fiume fosse trasformato in un giardino, il Jardi del Turia appunto, ancora oggi polmone verde della città dove i valenciani amano passeggiare e fare jogging. Un bell’esempio di senso di appartenenza e di unione cittadina da cui tutti dovremmo imparare.

La Città delle Arti e delle Scienze

Gli edifici che fanno parte del complesso sono interessanti sia per la particolare forma architettonica che per gli spazi polivalenti che ospitano al loro interno.

Il Museo della Scienza Principe Felipe è ideale per le famiglie con bambini, che qui potranno sbizzarrirsi con esperimenti e scoperte scientifiche.
All’esterno il museo appare come un gigantesco scheletro di qualche animale preistorico, una forma bizzarra di indiscusso impatto. 
Linee più dolci sono invece quelle dell’Hemisferic, che rappresenta un enorme occhio umano, l’occhio della sapienza, simbolo della saggezza e della visione del mondo. Al suo interno vengono proposte proiezioni audiovisive in un’enorme sala di 900 metri quadrati.
Intorno alla struttura si trova una piscina che crea interessanti giochi di riflessi con la copertura vetrata dell’edificio e che molti turisti usano come vasca dove immergere i piedi per ritemprarsi dalla calura estiva!
Il Palacio de las Artes è dedicato alle esposizioni artistiche e spettacoli di grande prestigio che richiamano visitatori da ogni luogo.

Altro paradiso dei bambini è l’Oceanografic, il più grande parco marino d’Europa. Oltre 45000 esemplati e più di 500 specie diverse, un vero microcosmo con vetrate enormi e tunnel di vetro che danno l’impressione di essere davvero immersi nelle profondità marine.

Personalmente non amo gli acquari, ma devo ammettere che vedere uno squalo emergere dal blu profondo e puntare verso di sé è un’esperienza che non lascia indifferenti. I bambini ne andranno pazzi, garantito!
Dopo l’Oceanografico, altro spettacolo stavolta all’aperto: quello dei delfini che ogni giorno si esibiscono in danze e piroette per la gioia dei piccini (e non solo a giudicare dall’aria divertita degli adulti!). 
Per visitare tutta la Città delle Arti e delle Scienze serve almeno un giorno interno, meglio due. Se non siete interessati ai musei e all’acquario, merita comunque la pena passeggiare all’interno del complesso, accessibile gratuitamente e direttamente collegato ai Giardini della Turia. Tutti gli edifici sono inseriti in un enorme spazio di oltre 35 ettari adorno di giardini, vasche e ampi viali, che contribuiscono a creare un ambiente pieno di luce dove è piacevole gironzolare per ammirare le avveniristiche architetture dalla diverse angolazioni.

La città vecchia

Il cuore di Valencia è Plaza de la Virgen, dove si trovano le principali chiese.

La Basilica de la Virgen de los Desamparados (Madonna degli Abbandonati), risalente al 1623 e dedicata alla matrona della città, sorge sulle rovine del foro, come testimoniano alcune lapidi con iscrizioni romane sulla facciata principale. Alla Vergine furono attribuite molte guarigioni miracolose durante la peste che colpì la città nel 1600. 
A pochi passi la Cattedrale, un tripudio di stili dove si mischiano il romanico, il gotico e il barocco spagnolo. Sorta sui resti di antiche costruzioni, tra cui una moschea araba, è affiancata da un’altissimo campanile, che i cittadini chiamano Miguelete.
Fermatevi per un momento ad ammirare le magnifiche decorazioni che sovrastano il portale prima di entrare per scoprire i tesori che la Cattedrale custodisce: al suo interno si trova infatti il Santo Graal e secondo molti esperti sarebbe proprio questo il calice originale utilizzato da Gesù durante l’ultima cena. Che ci crediate o no, trovarsi di fronte ad un oggetto che potenzialmente potrebbe avere un passato così antico e così prezioso da un’emozione particolare.

Tra il XIV e il XVI secolo Valencia conobbe la sua età d’oro, un periodo di stabilità e fioritura economica, politica e culturale di cui rimangono molte testimonianze. La più preziosa è la Lonja de la Seda, costruita nel 1469, l’antica camera di commercio, dichiarata Patrimonio Storico dell’Umanità: un gioiello gotico di inestimabile valore che raggiunge il suo apice nella Sala di Contrattazione, dove una selva di colonne sorreggono un soffitto a volte, un tempo dipinto come un cielo stellato. Molto bello anche il soffitto ligneo originale del Consolato del Mare al primo piano, dove travi finemente intarsiate sono decorate con foglie d’oro. Comparata con le attuali camere di commercio, non si può che dire che nel ‘500 avevano molto più stile nel decidere i luoghi destinati al commercio!

Un’altra bellezza di Valencia non è un’architettura ma qualcosa di immateriale: si tratta del Tribunale delle Acque, la più antica istituzione giuridica in Europa, tanto da essere stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
Ogni giovedì, sotto il Portale degli Apostoli della Cattedrale, si riunisce una giuria composta dagli addetti all’irrigazione degli otto canali principali di Valencia per conflitti provocati nei campi dalle acque del fiume Turia. Si tratta di un tribunale orale che ha completa validità e giurisdizione e che ancora oggi gestisce e governa le questioni della città legate alle acque. Se passate per Valencia il giovedì, non scordate di assistervi!
Valencia non è solo arte romanica o gotica ma anche modernista e tanti sono gli edifici sparsi per la città che esibiscono questo stile: il Mercato Centrale, una struttura in metallo e vetro che ospita uno dei più grandi mercati coperti d’Europa. Molto bella anche L’Estación del Norte (che però sta a sud, perchè fu costruita dalla compagnia ferroviaria Nord), con un fantastico tetto in ceramica.

La spiaggia

Devo ammettere che Valencia mi ha sorpresa con una delle spiagge cittadine più grandi e belle che abbia mai visto. A una decina di minuti in macchina dal centro, la spiaggia è il paradiso dei valenciani che vengono qui nei week-end ma anche la sera, a sorseggiare cocktail seduti ad uno dei tanti bar allineati sul lungomare. Un posto pieno di allegria, movimento, colori e luce, ideale per un pomeriggio di relax, un bagno rigenerante o per una cena a base di pesce. 

Feste e tradizioni

Che ai Valenciani piaccia divertirsi lo si capisce da bar e piazze sempre gremiti di gente fino a tarda notte ma anche dalle tante feste popolari (ferias) che scandiscono l’anno. Una delle più belle è Las Fallas, che si svolge dal 15 al 19 marzo e durante la quale vengono allestite opere d’arte temporanee, alcune simili ai personaggi dei carri mascherati, altre sculture di varie forme e materiali, chiamate appunto fallas , che vengono esposte nei diversi quartieri della città per tutto il periodo della festa: ogni opera ha un significato, vuole rappresentare un tema o fare omaggio o critica sull’attualità e sui personaggi politici, di spettacolo e cultura più importanti del momento. L’evento più commovente e coinvolgente della feria è la Ofrenda, l’offerta dei fiori alla patrona della città. La statua della Virgen, esposta nella piazza omonima, viene ricoperta di mazzi di garofani rossi, bianchi e rosa offerti da oltre 100.000 faieros, tutti vestiti con gli abiti tradizionali. L’ultima sera vengono poi bruciate tutte le fallas durante la cremà, e la città viene illuminata a giorno dai fuochi. Un peccato che tante opere d’arte vadano in fumo, ma questo è il senso della festa, l’anno sucessivo ce ne saranno altrettante. Proprio per salvaguardare i ninot (pupazzi) più belli, dal 1934 è stato istituito un concorso: il ninot più votato viene portato al Museo Fallero ed entra a far parte della Mostra dei Ninot.
Per finire in bellezza la visita, non lasciate Valencia senza aver provato la paella valenciana (quella tradizionale è di pollo e coniglio) e l’horchata, la bibita più popolare in città: a base di chufa, una pianta di origine egiziana introdotta dagli arabi, è una bevanda naturale e molto rinfrescante, servita con dolcetti tradizionali!

Guida al viaggio:

Durante il soggiorno ho alloggiato al Holiday Inn Valencia, un ottimo hotel pienamente all’altezza delle sue 4 stelle.

Un suggerimento per la visita della città è quello di fare un tour guidato con Liber Tour: ogni giorno alle 10:30 da Plaza de la Virgen partono tour guidati di 2h15 in inglese e spagnolo (per l’italiano basta prenotare direttamente o tramite l’Ufficio del Turismo). Le guide sono preparatissime e spiegano molto bene la storia e l’architettura di Valencia.
Il tour costa 17€ a persona ed include il biglietto per la visita della Lonja e la degustazione dell’Horchata al Mercato Centrale. Il servizio non ha un minimo di partecipanti, quindi per la stessa cifra potreste essere gli unici ed avere una guida tutta per voi. Vi garantisco che ne vale la pena!

Valencia è stata la prima tappa del viaggio on-the-road  #rutasdespaña. Per il noleggio auto abbiamo utilizzato i servizi Avis.

Per tutte le informazioni su Valencia potete utilizzare il portale di Visit Valencia