Lucia, la nostra inviata al blog tour #VolagratisJN, ci racconta le sue prime impressioni post-rientro e le emozioni che la Giordania le ha trasmesso.

Un po’ malinconicamente inizio a parlare della mia ultima settimana in Giordania. Avrei voluto ritardare questo momento e lasciare che la sensazione di essere ancora lì mi coccolasse per un altro po’ di giorni. Invece è tutta qui, presente e pronta a formare parole impresse su questo schermo. Rimando al prossimo post informazioni e dettagli: ora voglio portarvi con me.

Se dovessi riassumere in poche parole il mio viaggio lo definirei unico, pieno e vero sotto molti punti di vista. E’ stato un incontro di idee e prospettive, soprattutto quando a conoscersi sono due mondi apparentemente diversi.


La Giordania è, infatti, molto più di quello che si pensa. La disinformazione e la posizione geopolitica non facile abbassano di molto le aspettative su questo Paese. Mai errore più grande: si dona apertamente, lasciando un senso di malinconia disarmante non appena la si saluta. Non è pericolosa, non è minacciata in alcun modo attualmente e da molti anni da situazioni con risvolti negativi e spiacevoli. Non c’è stato un momento in cui mi sia sentita in qualsiasi modo in difficoltà: è un luogo che ti inebria di calma e solitudine. 

E’ la culla di una cultura millenaria, che si intreccia nella storia delle tre religioni monoteiste. Questo regala agli occhi dei visitatori un fascino travolgente e ammaliante. La cura verso il prossimo, i riti e la preghiera che risuona nell’aria sono caratteristiche che si imprimono nell’anima. Questo intendo quando dico che la Giordania si fa ammirare a cuore aperto, sperando di superare quel pregiudizio che la accompagna. 

Ma è molto altro, oltre la religione. E non è neanche solo il Tesoro di Petra. Dalle sfumature delle rocce del deserto alla pace del Mar Morto, dagli altri siti archeologici come Jerash e Umm Qais all’avventura del Wadi Mujib e ai paesaggi vulcanici intorno al Monte Macheronte, lascia indelebili impronte nella memoria di chi la visita. 

Ha un patrimonio artistico e storico che si alterna con la povertà della gente comune. Persone semplici che vivono di cose essenziali e che non esitano a spartire i loro averi. Un po’ per provare a vendere, un po’ per puro piacere ti fanno assaggiare ogni specialità lungo la strada, ti invitano a casa, ti sorridono come possono.

E’ così il popolo in Giordania: con grande spontaneità ti coinvolgono nella loro vita. Intorno ad un tè si parla e si condividono pensieri, si scopre sempre qualcosa di diverso. Sono curiosi e la differenza di vedute e opinioni qui non rappresenta un limite, ma un modo attraverso il quale crescere insieme.

Così è stato il primo impatto con questo Paese. Sinceramente sorprendente e coinvolgente sotto ogni aspetto. Ho vissuto l’esperienza con la voglia sincera di capire e prendere quanto più possibile, accompagnata dall’euforia di visitare alcuni dei posti che sognavo da anni.

Un’ultima parola va a loro, i miei compagni di avventura -Manu, Stefi, Sara, Paola, Patri, Fra- splendida cornice di un viaggio speciale. Ci siamo incastrati come piccoli pezzi di un puzzle, smussando i nostri spigoli per vivere insieme. Sono stati otto giorni di risate, spazi, nuovi rapporti di amicizia sinceri e pronti a maturare. 

E’ anche grazie a loro e alla nostra guida Sufyan, che la Giordania mi ha stregato così profondamente.