Difficile riassumere in poche righe tutte le esperienze dei primi 10 giorni di #rutasdespaña. Finora il viaggio mi fatto scoprire città piene di storia come Valencia, traboccanti di vita e allegria come Malaga, dove è facile immergersi nel fiume di gente che scorre per le vie e passare dalle spiagge soleggiate al dolce tapear del centro. La strada mi ha poi riportato a Granada, dove ho potuto riassaporare le atmosfere da mille e una notte dell’ Alhambra.
Continuando verso sud sono arrivata a Tarifa, la città che da tanto tempo volevo vedere. Non so esattamente cosa sia che mi attira di questo luogo, se la vicinanza all’ Africa o le infinite spiagge atlantiche, ma sta di fatto che stamattina arrivando mi sentivo emozionata come una bambina che riceve un giocattolo a lungo sognato.


La chiamano Costa de la Luz e mai nome fu più azzeccato: una luce accecante che inonda tutto e accende i sensi. La sabbia chiara che riflette il sole e le onde dell’ oceano che danzano incessanti; niente file di  sdraio e ombrelloni, niente susseguirsi di bar e ristoranti, solo qualche chiringuito sparso qua e la, bianco anch’esso, quasi a non voler rompere l’incanto della spiaggia.
Arrivare qui dopo le spiagge congestionate della Costa del Sol è stato come aprire una finestra ed essere inondati di luce e di aria pura, un respiro lento e profondo per gustare questo luogo speciale piano piano per non perdere nessun particolare.
I piedi in Europa e lo sguardo in Africa, e i pensieri che volano sospinti dal vento che qui soffia incessante. Lo sapevo che Tarifa mi avrebbe conquistata.