Natalia ci regala un nuovo articolo dedicato alle sue esperienze di volontariato nel mondo, dando qualche suggerimento per coloro che vogliono provare un’esperienza sicuramente impegnativa ma che può cambiare la vita ed arricchirla di nuovi significati.



Una delle domande che più spesso sento rivolgermi è: “In quale parte del mondo sei?”

Oppure “Come ha fatto a visitare così tanti paesi? Dove hai trovato il coraggio per partire per la Bolivia, la Costa d’Avorio, la Giordania, l’India?”
Nel mio caso, tanto hanno contato le esperienze di vita di alcuni amici che, con le loro testimonianze mi hanno indicato il cammino. Così le prime esperienze di volontariato internazionale (la Costa d’Avorio con l’ONG ABCS di Verona) o la Bolivia (con l’associazione WHY BOLIVIA) le ho fatte grazie al passaparola di amici che in quei posti erano andati prima di me. E da allora non mi sono più fermata.

Dopo aver scoperto quanto cambia il cuore e si allargano gli occhi con queste esperienze, ho fatto del volontariato internazionale una tappa fissa delle mie estati. Così sono  andata in Giordania, dove ho prestato servizio presso un orfanatrofio nella città di Al Zarqa (con YAP italia), in Israele e in India, con le suore di Madre Teresa. In Italia, invece, ho fatto volontariato in un ospedale romano, in una clinica psichiatrica e con la meravigliosa associazione Peter Pan. Queste esperienze mi hanno cambiata, mi hanno fatto crescere, mi hanno dato la certezza che, per quanto grandi possano essere le nostre difficoltà, per quanto bui e aridi possano essere alcuni momenti della nostra vita, tanto ci è stato dato, sempre. E spesso abbiamo solo bisogno di riaccendere una piccola luce interiore per poter illuminare il cammino. Il volontariato mi ha insegnato a guardare le situazioni difficili, le relazioni problematiche, gli eventi tristi con occhi diversi, con più misericordia e comprensione. Mi ha insegnato che se grande è lo sconforto e insormontabili sembrano i problemi, ancora più forte è la speranza e la gioia di dare e ricevere. In una parola, mi ha insegnato che sempre si può essere felici.
Per questo a tutti consiglierei di buttarsi, di partire per una di queste esperienze, e di partire col cuore, senza dover necessariamente scegliere mete lontane, ma impegnandosi dove si può in qualche forma di servizio: in Ecuador o in Tibet, alla Stazione Termini o a Lampedusa, scoprirete che “si riceve sempre molto più di quello che si dà”. E il nostro piccolo aiuto, la nostra piccola goccia nell’oceano farà, un giorno, la differenza.
Per chi volesse partire per l’estero consiglio di dare uno sguardo a:
E per esperienze di lavoro più lunghe:
                                        
Natalia Pazzaglia

http://www.nataliapazzaglia.com/