Emanuela ci porta a scoprire un altro angolo della sua Genova. Stavolta è andata a visitare per noi il Galata Museo del Mare e qui ce ne racconta la storia e il progetto.

Perché non ci sono venuta prima? Questo è stato il primo pensiero appena entrata al Galatail museo del mare di Genova. Sì lo so di solito questa affermazione si fa alla fine di una visita ma la bellezza di questo museo è tale da lasciare a bocca aperta sin dalle prime sale. Inaugurato nel 2004 anno in cui Genova era stata nominata Capitale Europea della Cultura, il Galata ha visto anno dopo anno crescere il numero dei propri visitatori circa 200.000 nel 2012 e più di 27.500 gli studenti che hanno partecipato alle varie attività didattiche. Pensate oggi è il più grande museo marittimo del Mediterraneo e può ospitare al suo interno ricostruzioni di navi in scala 1:1 come ad esempio quella di una galea genovese del ‘600 lunga ben 42 metri, davvero impressionante! Un viaggio nel tempo è quello che il visitatore si appresta a fare al Galata: il percorso è suddiviso per epoche: età del remo (le galee e l’arsenale), della vela ( caratterizzata dai vascelli), del vapore (piroscafi) e delle migrazioni italiane. In questa prima parte del post vi farò scoprire le prime tre ed inseguito dedicherò un articolo a parte al MeMla sezione dedicata alle storie dei migranti italiani. Cristoforo Colombo è il grande protagonista della prima sala: il famoso esploratore genovese è messo sotto la lente d’ingrandimento: chi era, come vedeva il mondo, quali erano gli strumenti di navigazione che impiegava. A queste e ad altre domande rispondono sia i reperti “fisici” come le lettere autografe o le ricostruzioni delle caravelle, sia le postazionimultimediali che accompagnano il visitatore lungo tutto il percorso.


All’improvviso ecco poi apparire un dipinto di Cornelizs de Wael: “Battaglia navale tra galee turche e galee imperiali” un olio su tela della prima metà del XVII secolo. Questo quadro non solo concretizza il legame #GenovAnversama introduce anche la sezione delle Armi della Repubblica. Qui sono conservate corazze, elmi, bombarde rigorosamente costudite all’interno di cancelli di legno e ferro; l’impatto visivo è molto forte anche da un punto di vista emozionale. Sembra quasi che i soldati siano ancora lì, pronti a riprendere le armi in mano e iniziare una nuova battaglia. Un anno di lavoro e tre anni di ricerca, questo in termini di tempo è l’impegno che è servito a ricostruire la galea genovese del seicento, alla quale accennavo qualche paragrafo sopra. L’atmosfera qui cambia drasticamente, infatti a caratterizzare questa sala è un vociarefestante di bambini, “impazziti” alla vista di questa nave gigante. La gioia dei bimbi è dovuta anche al fatto che qui l‘esperienza multimediale è presente a 360°: si possono sentire tutti i suoni tipici di una nave del genere come ilfruscio delle onde, gli ordini impartiti ai marinai e ancora il rumore degli attrezzi del lavoro. Ma se come me siete a digiuno di termini marinareschi, niente paura la ludoteca saprà darvi tutte le informazioni necessarie di cui avete bisogno. Come si viveva a bordo di una galea? Cosa si mangiava? Imparerete ad esempio che il termine galea deriva dalla parola greco-bizantina “galaia” cioè pescespada, che il cibo più comune era chiamato massamoro ed era costituito da gallette in polvere o che la costruzione di queste imbarcazioni era sottoposta a segreto di stato e i maestri d’ascia non potevano emigrare in altre nazioni. Prima di salire al secondo piano non dimenticate la sezione riservata agli atlanti e globi, qui passato e presente si fondono insieme: una meravigliosa collezione cartografica si alterna a postazioni multimediali che vi permetteranno di consultare varie mappe del ‘600, sotto l'”occhio vigile” di due imponenti globi (celeste e terrestre) di Vincenzo Coronelli. I dipinti della marina infine vi condurranno direttamente al secondo piano, ma prima di proseguire vi consiglio di osservare attentamente questi quadri e perdervi nei loro particolari.
 
Vascelli, cronometri, bussole e barometri invece sono il punto forte del secondo piano. Il700 è un secolo di grandi cambiamenti anche in campo nautico: la conoscenza dei mari e sei suoi fondali viene studiata e analizzata con strumenti più professionali e nascono i primi IstitutiIdrografici. A partire dall‘800 i brigantini diventano i re dei mari. Nave robusta che può essere governata da pochi uomini, prende il nome da una particolare vela, la bergantina. Ricordate le polene, rese famose dai film sui pirati? Al Galata ne è conservata una in particolare chiamata “la donna che avanza” un po’ diversa dalle altre: è monocroma, caratteristica questa tipica delle polene liguri. Siete mai saliti su di un brigantino? Se come credo la risposta è negativa, potrete vivere questa esperienza, grazie alla ricostruzione del ponte di coperta di un brigantino-goletta, un’imbarcazione mercantile comune nel Mediterraneo e nell’Atlantico. E se poi siete curiosi di sapere come venivano progettate e costruite le navi sarete accontentati anche in questo: la riproduzione fedele di uncantiere navale di fine ‘800 con macchinari originali e funzionanti vi conquisterà senza ombra di dubbio. Essere catapultati da un cantiere navale ad uno yacht club inglese? Anche questo è possibile! Non appena entrerete in questa sala vi sentirete subito un membro della nobiltà inglese e sarete perfettamente a vostro agio in mezzo ai numerosi quadri ad olio e acquerelli che ritraggono le imbarcazioni più importanti che hanno solcato i mari tra il 1832 e il 1907. Questi dipinti fanno parte della collezione privata di Beppe Croce. Per ora è tutto il prossimo post sarà dedicato esclusivamente al MeM e vi racconterò le mie impressioni finali su questo splendido museo.
 
Orari di entrata
Biglietti On line

 

A presto!   
Foto per gentile concessione del Galata Museo del mare