Il bus avanza silenzioso lungo l’autostrada quasi deserta che da Charleroi porta verso Bruxelles; fuori dal finestrino campagna e boschi si susseguono senza fine, i colori vivaci dell’autunno risaltano sul cielo grigio e scorrono veloci fino a diventare un caleidoscopio di sfumature di giallo e arancione che mi culla e mi fa scivolare in un sonno gentile. Scesa del bus mi ritrovo sul treno quasi senza accorgermene, un’altra mezz’ora che passa veloce mentre osservo le case in mattoni rossi e tetti spioventi che punteggiano la campagna; ed eccomi arrivata, Anversa è fuori ad aspettarmi.

La stazione Centrale è un preludio delle eleganti architetture cittadine, una vera cattedrale ferroviaria, come viene definita, che si esibisce in una sinfonia di marmi e vetri inseriti in maestose arcate. Arrivare in una stazione così da un sapore diverso al viaggio, mi domando quanto debba essere stato bello ad inizio del ‘900, quando la stazione fu costruita, tra treni a vapore, gentiluomini in abito scuro e signore con enormi cappelli. Oggi i passeggeri sono diversi ma la luce e l’atmosfera creata dalle arcate è la stessa di allora.
Mentre mi avvio lungo l’ampio viale che dalla stazione conduce in centro ripenso a tutto quanto ho letto su Anversa per prepararmi a questo viaggio.

Ho capito che Anversa è tante cose: città d’arte che esibisce stili architettonici diversi, da palazzi neo rinascimentali, rococò, art nouveau, chiese gotiche e strade medievali. Città che risplende dei suoi diamanti, famosi in tutto il pianeta, e delle vetrine dei tanti stilisti che proprio qui vengono a studiare e ad ispirarsi, attirati dall’atmosfera vivace e dalla lunga tradizione di design che ha fatto della città una delle capitali mondiali della moda.
Anversa è il suo porto, attivo fin dal medioevo, il secondo più grande d’Europa e centro mondiale di smistamento dei diamanti grezzi. Fu proprio il canale Schelda, che collega la città al mare, e il suo operoso porto a fare la fortuna della città, rendendola crocevia di merci, genti, idee, porta di accesso a nuovi mondi e luogo di pellegrinaggio per i due milioni di migranti che proprio qui, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 si lasciarono alle spalle la vecchia Europa per la promessa di una nuova vita in America.
Passeggio con il naso all’insù lungo il Meir, la strada per eccellenza della shopping cittadino, un’ampia via interamente pedonale su cui affacciano negozi e palazzi storici in diversi stili, dal neoclassico al rococò. E’ all’interno di uno dei palazzi più prestigiosi della via che si può ammirare la Stadfeestzaal, una grande sala cerimoniale degli inizi del XX secolo (poi ricostruita in seguito ad un incendio), che oggi ospita un centro commerciale. L’ambiente risplende degli stucchi dorati che rivestono l’enorme soffitto a botte, creando uno strano mix tra l’eleganza classica dell’ambiente e le vetrine moderne dei negozi.
Pochi passi ancora e in una delle vie laterali del Meir si trova la Rubenshuis, la casa di Rubens, il cittadino più illustre di Anversa assieme all’allievo Van Dick. In questa bellissima dimora fiamminga, oggi trasformata in museo, il maestro visse con la sua famiglia per quasi trent’anni e proprio qui produsse le sue opere più belle e famose. Visitare la casa è un’occasione unica per avvicinarsi all’uomo oltre che all’artista, approcciandolo in maniera intima ed umana, capendo di più l’estro e il genio di questo straordinario maestro.

E’ nel centro antico di Anversa che batte il suo cuore fiammingo, un intrico di viuzze acciottolate su cui affacciano caffè, brasseries e vetrine ricolme di cioccolatini. E’ qui che si apre la Grote Markt, la tipica piazza del mercato delle città nordiche, un magnifico salotto bordato di eleganti palazzi. Su un lato della piazza si erge il maestoso Municipio, un palazzo del XV secolo che unisce elementi fiamminghi allo stile rinascimentale; tutto intorno si ammirano i palazzi di arte e mestieri, simbolo dell’antica operosità della città; ogni corporazione esibisce sul tetto una statua d’oro che simboleggia il proprio mestiere: sul palazzo degli armatori troneggia un vascello a vele spiegate, a ricordare che l’anima della città è il suo porto e il suo commercio.
Al centro della piazza si ammira la fontana con il soldato romano Brabo, che secondo leggenda sconfisse il gigante Antigono e ne gettò la mano nella Schelda, liberando la città dai pesanti tributi che il gigante imponeva alle navi che transitavano lungo il canale; fu proprio quella mano gettata, “hand werpen” in fiammingo, a dare il nome alla città e che oggi si ritrova nella stemma e persino nei cioccolatini e biscotti fatti a forma di mano che oggi adornano le vetrine del centro, gli Antwerp Hands.

Poco distante la Cattedrale di Nostra Signora è un capolavoro di stile gotico, una sinfonia di marmi e vetri scolpiti dalla luce che penetra attraverso le immense vetrate colorate. L’interno è un museo che espone enormi pale dipinte opera di vari artisti fiamminghi, tra cui lo stesso Rubens, di cui si può ammirare una toccante Deposizione.
Come molte cattedrali gotiche, l’atmosfera rarefatta all’interno induce alla contemplazione, e le arcate che sembrano arrampicarsi in cielo restituiscono un senso di leggerezza e leggiadria, a dispetto delle dimensioni enormi. E’ bello sedersi qualche minuto nella quieta penombra delle sue colonne, per assaporarne il silenzio e restare a contemplarne la bellezza senza tempo.
Usciti dalla cattedrale, si può continuare a camminare lungo le strette viuzze che si intrufolano dietro la Grote Markt, un gomitolo di strade ravvivate dai mattoni rossi e gli infissi bianchi delle case e animate dagli immancabili caffè e ristoranti, dove assaporare un piatto di moules et frites accompagnato dalla birra belga, altro orgoglio nazionale.
Fuori dal cuore medievale, Anversa sorprende con la sottile eleganza del quartiere latino e della moda, un susseguirsi di boutique patinate di tutte le più grandi firme internazionali, un turbinio di capi ricercati e raffinati, di scarpe di ogni forma e modello, da far girare la testa anche ai meno avvezzi allo shopping. Passeggiando con il naso incollato alle vetrine capisco perché la città sia definita capitale della moda e respirandone l’atmosfera rilassata e vivace comprendo come i tanti stilisti vengano proprio qui a studiare e a farsi ispirare, consapevoli di come ogni loro nuova idea troverà spazio ed ossigeno in questa vibrante città che sa guardare al futuro, senza mai dimenticare di imparare dal proprio passato.
Impossibile lasciare Anversa senza visitare la zona lungo il canale Schelda, oggetto negli ultimi anni di una sapiente opera di rivalutazione urbanistica che l’ha vista trasformarsi in un quartiere di tendenza. E’ qui che si trova il MAS, Museum An der Stroom, l’impressionante torre di arenaria rossa e vetro che all’interno racconta la storia della città e le relazioni tessute con il resto del mondo attraverso il fiume ed il suo porto, mostrando come Anversa stessa, fervente stazione di scambi già nel medioevo, sia culla di quella globalizzazione che ha cambiato il mondo moderno. Poco distante c’è il FelixPakhuis, un vecchio magazzino merci del XIX secolo oggi trasformato in spazio polivalente con caffè e ristoranti: una passeggiata all’interno dell’impressionante cortile centrale, attorniato da enormi mura di mattoni bianchi, da l’idea della capacità di questa città di reinventarsi e recuperare spazi urbani mettendoli a servizio della comunità.
E’ in questa zona che si trova il nuovo Red Star Line Museum, il museo che racconta con grande delicatezza e garbo la storia della moltitudine di genti che arrivò ad Anversa da tutta Europa per salpare verso nuovi sogni e speranze. Un altro pezzo importante della sua storia che la città ha voluto e saputo recuperare, consapevole che solo rivalutando e capendo il passato si può costruire il futuro.
E’ questa storia, come molte altre che si possono ripercorrere lungo le vie di Anversa, che vi voglio raccontare nei prossimi post. Stay tuned!