Abbarbicata sull’alto dei colli che circondano Granada con sullo sfondo le cime della Sierra Nevada, l’Alhambra è una meraviglia architettonica unica al mondo, una delle più sorprendenti espressioni dell’arte islamica che qui si declina in una profusione di colonne, archi, capitelli, decori marmorei e lignei, fontane e giardini lussureggianti.

Per un colpo d’occhio d’insieme dell’antica cittadella dei Sultani bisogna salire lungo le strette viuzze che dipartono dal centro di Granada e si arrampicano all’Albayzin, l’antico quartiere musulmano.

Dopo una breve salita si arriva al Mirador de San Nicolas, da dove l’antica cittadella fa mostra di sé, come una bella donna adagiata sul fianco dei colli dall’altro lato del fiume. Al calar della sera i muri rosati riflettono la luce intensa del tramonto diventando di un caldo color ambra, rendendo la vista ancora più suggestiva. Da qui si avverte nettamente la grandezza della costruzione: l’Alhambra era un tempo una sorta di città nella città che racchiudeva la suo interno moschee, piazze,scuole, palazzi e botteghe.  

Ma per quanto magnetica sia la vista dell’Alhambra dall’esterno, nulla può preparare il visitatore alle meraviglie che si trovano al suo interno.
Valicando le antiche mura ambrate si viene trasportati in uno scenario da mille e una notte, un luogo quieto che invita al silenzio per lasciare che tutti i sensi vengano trasportati in un vortice di emozioni e siano accarezzati dalla grazia e magnificenza di colonne e pareti intarsiate. Anche l’acqua è un elemento essenziale: la superficie a specchio dei bacini che incorniciano i patii riflettono le architettate tutt’intorno creando proiezioni geometriche che amplificano la spettacolarità dell’insieme, e il rumore ritmico del suo sgorgare sfiora i sensi.

Il complesso dei Palazi Nazaries racchiude alcune delle massime meraviglie dell’Alhambra, come il Palazzo de Comares, la residenza ufficiale del re, tripudio di decori di stile moresco, e il Patio dei Leoni, che marca il momento culminante dell’architettura della cittadella, sintesi di stile moresco e cristiano e simbolo dell’amicizia tra Mohammed V e il re Pedro I.

Sicuramente uno degli ambienti più celebri dell’Alhambra, il patio deve il suo nome ai dodici leoni che adornano la fontana centrale, uno degli esempi più alti di scultura moresca.
Affacciata sul patio la Sala de los Abencerrajes era la stanza privata del Sultano. I muri, privi di finestre, sono una profusione interminabile di stucchi e decori che corrono senza fine creando disegni sinuosi.
Sul lato opposto del Patio si trova la Sala de la dos Hermanas a cui si accede attraverso una splendida porta di legno intarsiato: le due sorelle indicano le due enormi lastre di marmo che adornano la fontana centrale, le più grandi di tutto il complesso.
La visita continua tra un intrico interminabile di stanze, da ambienti piccoli e raccolti ad altri altissimi e imponenti, e ampi cortili interni orlati di colonne e fontane: una profusione di intarsi di marmo, legno e stucco e ceramiche dai complicati motivi geometrici, espressioni di una cultura araba che proprio qui, in terra spagnola, arrivò ad una delle sue maggiori e più splendenti espressioni.