Vi voglio raccontare di un’isola nel cuore del Mediterraneo, una terra accogliente e fertile baciata dal sole tutto l’anno e rinfrescata dalla brezze marine, dove verdi colline rivestite di pini e ginepri scendono dolcemente al mare e si tuffano in acque cristalline dalle mille sfumature d’azzurro; un posto dove si può percorrere lunghi tratti di strade deserte orlate di ulivi e vigneti in completa solitudine, per raggiungere villaggi di case bianche avvolte nel silenzio; un luogo dove piccole baie deserte si nascondo negli anfratti della costa e lunghi sentieri percorrono scogliere da cui ammirare lo scintillio del mare.

L’isola è Ibiza, ma non quella famosa nel mondo, quella trasgressiva del divertimento sfrenato; quella che vi voglio raccontare è un’Ibiza fuori dai soliti cliché, autentica e rurale, un luogo che è molto di più di sola movida e fiesta.

A portarmi per mano alla scoperta dell’isola sono stati degli ibizencos doc che durante #experienceibizatrip mi hanno mostrato la loro terra, partendo dal raccontarne la storia millenaria.
Crocevia di epoche e culture, Ibiza attirò fin dall’antichità numerose popolazioni che beneficiarono del suo clima mite e della posizione strategica: Greci, Fenici, Romani e successivamente i Musulmani, che lasciarono ognuno un importante bagaglio culturale.
Testimonianze di questa storia millenaria sono ancora oggi visibili nei palazzi e chiese della capitale, dove domina l’acropoli Dalt Villa, il nucleo antico dichiarato Patrimonio dell’Umanità dal 1999: un gomitolo di strette viuzze bianche lastricate dove regna il silenzio anche in piena estate, dimore nobiliari dalle eleganti facciate, adorabili piazzette su cui affacciano locali e negozi e intime chiese avvolte nella quiete.
Tutta la città vecchia è circondata da possenti mura di epoca rinascimentale costruite a protezione degli attacchi dei turchi; il complesso difensivo, a forma di ettagono, è il più lungo del Mediterraneo dopo quello La Valletta a Malta; dai bastioni si godono viste mozzafiato sul porto e spettacolari tramonti. 
Ma a parlare ad Ibiza è soprattutto la natura, rigogliosa e fertile: i Greci chiamarono Ibiza e Formentera “Isole Pitiuses”, le isole dei pini per l’enorme quantità di alberi di questa specie che rivestono campagne e colline rendendole gemme verdi che emergono dalle acque blu del Mediterraneo; il clima mite tutto l’anno favorisce la fioritura e la coltura di molte specie e alberi da frutto, ulivi, ginepri, viti e i mandorli, che qui fioriscono a gennaio regalando inaspettate esplosioni di primavera quando il continente è ancora avvolto nella coltre invernale.
Ibiza è il suo mare, un mediterraneo caldo con acque incredibilmente cristalline grazie alla poseidonia, un’alga tipica di queste zone che forma delle vere e proprie praterie sottomarine producendo una grande quantità di ossigeno, responsabile della trasparenza e della pulizia dell’acqua. Quest’alga d’inverno viene lasciata sulle spiagge a proteggere l’arenile, come una coperta che ripara la sabbia dall’erosione custodendola intatta fino all’arrivo della nuova estate.

E’ questa Ibiza, tradizionale e semplice, fatta di grandi spazi e lunghi silenzi, lontana dai locali alla moda e dalle discoteche affollate che sono andata a cercare e di cui vi racconterò nei prossimi post: perché Ibiza autentica è li che aspetta a braccia aperte i visitatori pronta a farsi scoprire, e vi garantisco che l’isola merita lo sforzo di andare oltre i pregiudizi e di essere vista e vissuta.