La costanza mi ha premiata e dopo una prima spedizione rovinata dalla pioggia battente al Semingoh Rehabitation Centre di Kuching, ieri mattina sono tornata col sole, per vedere gli oranghi. E stavolta li ho visti, così vicino da non crederci. Li ho visti saltare liberi tra gli alberi appesi alle funi, scivolare giu’ rapidi per andare a prendere ilcibo nella piattaforma dove i rangers mettono banane e patata dolci.
Ho visto i piccoli tenersi stretti alla schiena della loro mamma, ho visto i loro occhi, furbi e vivaci come quelli di un bambino. Ho visto un cucciolo posare la mano sulla gamba della mamma come a cercare un contatto fisico, mentre si gustava una banana tutta per lui. Ho visto lo sguardo amorevole e protettivo delle madri osservare i loro cuccioli mentre giocavano a saltare tra gli alberi.
Nel centro gli oranghi sono liberi, sono stati portati qui dopo essere stati sottratti a detenzioni illecite e qui vengono riabilitati alla vita libera. Il personale del centro ci ha spiegato che molti temono gli uomini perché ricordano ancora quando sono stati catturati con la forza delle armi. Quanto stupido può essere l’uomo.
Dopo essere rimasta a lungo ad osservare in silenzio i primati gustare in pace il loro pasto, lascio il centro con ancora nella mente le immagini di quegli occhi tanto espressivi da sembrare umani, istantanee di un’esperienza che mi porterò dentro per sempre.
E #wildborneo continua.