In punta di piedi, recita così una piastrella in ceramica fuori dal cancello di un giardino a Montemarcello. Un invito ad un approccio pacato e dimesso a questo borgo arroccato sulla collina per non rompere l’incanto di un silenzio tanto perfetto da sembrare surreale.

Mi avvio lungo una stretta viuzza colorata che sembra uscita dalla tavolozza di un pittore, passo leggero come quello di un adolescente che rientra tardi la notte e si muove piano per paura di essere scoperto. Mi chiedo se persino il rumore meccanico della mia macchina fotografica possa svegliare qualcuno, ma l’ammiccante bellezza di questo borgo è irresistibile, come fragole rosse gonfie di sole e
d’estate che aspettano solo di essere colte.

Montemarcello è un gomitolo di case e viottoli rannicchiato tra l’azzurro abbraccio del mare e le scure rocce della costa, nell’ultimo lembo di Liguria prima della Toscana. Una graziosa piazzetta acciottolata bordata di case con le facciate di sassi e mattoni mi accoglie, un dolce preludio al groviglio di viuzze che si inoltra nel cuore del borgo, un’altra piazza silenziosa dove fermarsi per diventare parte dell’incantesimo che sembra essersi posato sul paese, come un finissimo velo sceso giù volteggiando dal cielo. Pochi passi ancora e una vertiginosa vista sulle Apuane mi scuote dal dolce torpore in cui ero sprofondata, così inaspettata e grandiosa da togliere il fiato.
A pochi passi dal borgo dipartono sentieri che conducono corpo e mente lungo il profilo aspro della costa, in continuo bilico tra mare e cielo.

Tra questi ce n’è uno speciale,quello che conduce alla piccola spiaggetta di Punta Corvo. Speciale la meta, un lembo di sabbia nero brillante che si getta nella spumeggiante acqua del mare. Speciale la via, un percorso di settecento gradini dalla pendenza vertiginosa che fanno guadagnare ogni secondo dell’inebriane felicità che aspetta in fondo, dove il piccolo lido sta steso al sole con aria ammiccante, come una bella donna che prima di concedersi vuole mettere alla prova i pretendenti. All’arrivo ginocchia intorpidite dalla stanchezza e cuore stordito da tanta tracotante magnificenza, e il respiro profondo del mare che qui si fa tanto forte da rendere sordi ad ogni altro rumore. I gradini visti da sotto intimoriscono un po’, promettendo nuova fatica e sudore, perché la via del ritorno passa da qui, a meno che non si decida di bluffare e attendere il traghetto che fa la spola da Bocca di Magra. La soluzione più facile e meno coraggiosa,  ma dopo tanto stordimento difronte ad una natura così intesa e possente un piccolo aiuto è concesso!