Ci sono mete che non si scelgono secondo un preciso disegno di viaggio ma semplicemente perché sono sulla strada verso altre destinazioni  E’ proprio così che è andata per Chambery: gli oltre 1300 chilometri che separano Bordeaux, ultima tappa di un viaggio estivo in Francia, da casa erano una distanza troppo grande per essere coperta in una sola tappa, così ho aperto la mappa (è passato solo qualche anno, ma tanto è bastato perché nel frattempo le vecchie care mappe cartacee si siano estinte soppiantate da quelle di moderni navigatori) per cercare una tappa che fosse ad una ragionevole distanza e avesse qualcosa da vedere per riempire qualche ora nel tardo pomeriggio, un ultimo scampolo di vacanza prima di arrendersi all’ineluttabile rientro.

E’ così che Chambery ha incrociato la mia strada. E’ bastato poco per capire che questa città meritava ben più di quelle poche ore di vacanza che mi restavano da dedicarle: l’ex capital del Regno di Savoia è una graziosa cittadina incorniciata da maestose montagne che rendono spettacolare e intimo il piccolo centro storico, che oltre ad una serie di eleganti edifici storici offre anche numerose locali dove viene servita alta cucina a prezzi ragionevoli, e numerose e ghiotte cioccolatiere. Il fatto poi di essere a solo un centinaio di chilometri dal confine col Piemonte la rende un’interessante destinazione d’Oltralpe dove assaporare atmosfere francesi miste agli inconfondibili segni del suo passato italiano.
Il campanile della Sainte Chapelle ospita il più grande carillon d’Europa, un enorme strumento che comanda ben settanta campane capaci di dar vita a infinite variazioni sonore grazie ad una speciale fibra di carbonio molto elastica a cui è affidata la trasmissione del movimento: è così che il suono delle campane a Chambery si trasforma in un concerto all’aperto a cui tutti, cittadini e visitatori,sono invitati.
Le suggestioni italiane di Chambery non si limitano alle facciate degli eleganti palazzi dei centro, retaggio del suo passato regio; pochi mesi fa è stato inaugurato proprio qui il Museo delle Belle Arti, ad ingresso gratuito, che ospita la più grande collezione di arte antica italiana in terra francese dopo il Louvre.
La città lavora anche a numerosi altri progetti volti alla valorizzazione di antichi edifici, come ad esempio la bella Rotonde, che sarà presto adibita a museo dei treni.
Nel centro storico spicca la Fontana degli Elefanti che la città ha dedicato al suo benefattore, il generale Benoit de Boigne; proprio da qui diparte la via principale del centro che porta lo stesso nome e che si inoltra nel cuore della città con una fila di portici dove è impossibile non cedere alle golose lusinghe delle tante pasticcerie e cioccolatiere che mettono in bella mostra le loro preziose creazioni: praline, cioccolatini, fontane zampillanti di cioccolato e non ultima la Macaron Framboises, la torta fatta dai famosi dischetti sottili e friabili uniti da una deliziosa crema al burro e lamponi.
Di gusto italiano sono anche i magnifici trompe l’oeil, i murales che adornano la facciata del palazzo Monfalcon, che danno all’edificio un’aria piemontese; reminiscenze italiane si leggono anche nelle facciate color pastello della centrale piazza Saint-Leger, animata dagli artisti di strada.
Inequivocabilmente francesi sono invece i piatti serviti nei tanti piccoli ristoranti della città, dove va in scena una haute cuisine di grande qualità ma a prezzi contenuti. Altrettanto francesi sono i tanti cortili interni e i tetti di ardesia che animano le vedute dall’altro della città, dove la selva di comignoli si confonde all’orizzonte con il profilo delle montagne, a ricordare che al di là delle Alpi, siamo già a casa.