Immaginate un piccolo porticciolo affacciato su un fiume che porta al mare, e subito oltre la linea dell’orizzonte una catena di montagne maestose con le cime ancora imbiancate di neve. Immaginate il silenzio rotto solo dal cigolio delle barche attraccate al molo e dal verso di qualche gabbiano che passa radente in volo sopra l’acqua. Lo sciabordio delle onde al largo, là dove il fiume diventa mare. Poche case dagli intonaci colorati e dai balconi fioriti che si affacciano su viuzze acciottolate, e ad ogni porta un gatto appollaiato.

Il borgo che vi ho descritto è Bocca di Magra, un paese di trecento anime nella punta più orientale della Liguria. Qui la Toscana è talmente vicina che la si può vedere, giusto al di là del fiume, e sentire nella parlata della gente dove l’accento ligure si mischia ad espressioni toscane diventando un tutt’uno  Certo Bocca di Magra non è l’unico luogo in cui mare e montagna si toccano entrando a far parte di uno stesso paesaggio, ma la particolarità qui è che le montagne non stanno alle spalle ma davanti, oltre il mare, creando uno scenario surreale e sorprendente. E’ così che l’azzurro dell’acqua sfuma nei toni scuri delle montagne per poi tornare all’azzurro quando le cime lasciano spazio al cielo. 
Qui a Bocca di Magra il tempo si può passare anche solo stando seduti su una panchina ad osservare il profilo sinuoso delle Alpi Apuane che si stagliano di fronte, cullati dal moto ritmico delle barche ormeggiate al molo, assaporando pace e silenzio. Una pace e silenzio che inducono alla contemplazione, e a testimoniarlo è lo stuolo di letterati e poeti che nei primi anni del novecento e fino a metà del secolo scelsero proprio questo angolino di mondo come meta per le loro vacanze o come luogo dove trascorrere periodi di pace, e se ne innamorarono a tal punto  da dedicargli poesie e racconti. Personaggi del calibro di Montale negli anni venti, e successivamente Giulio Einaudi, Nicola Chiaromonte, Vittorio Sereni, Luigi Bisio hanno amato questo luogo tanto da costituire la “Società degli Amici di Bocca di Magra” di cui rimane un manifesto , sottoscritto da tutti, dove vennero dichiarati gli intenti e la volontà di rendere speciale questo luogo.
Ignoravo che Bocca di Magra avesse un passato tanto illustre ma dopo essere stata qui mi è facile capire perché tutti questi grandi letterati ne siano rimasti affascinati: è un luogo che induce alla calma e alla contemplazione, l’ideale per raccogliere e ordinare i pensieri o semplicemente per lasciarli correre soli e liberare la mente.
Proprio di fronte al porticciolo c’è una piccola casetta dall’intonaco rosa e dai balconi verdi: è A Ca da Tirde, la casa vacanze di Giorgio, il nostro ospite e organizzatore del blog tour, che ci racconta la storia di Tirde, la vecchia proprietaria dell’abitazione: donna dal carattere estroso e dall’abbigliamento bizzarro, avvezza alle burle ma con un grande cuore, era un vero personaggio in paese, tanto da rimanere viva nella memoria degli abitanti ancora oggi. Giorgio ci racconta che Tirde aveva un gatto nero che le gironzolava sempre intorno, proprio come oggi un gatto nero ha scelto A Ca da Tirde come sua dimora (qui sono i gatti a scegliere la casa e non il contrario!); Certamente una coincidenza ma mi piace pensare che il gatto di adesso sia proprio la cara vecchia Tirde che è tornata da queste parti per vegliare sul paese e sugli abitanti.
La casa è stata completamente restaurata da Giorgio e famiglia nel 2010 ricavandone quattro bellissimi appartamenti, ognuno con un diverso tema di colore (lavanda, blu, giallo e rosso), tutti accomunati da una grande cura del dettaglio che lascia trasparire l’amore e la passione con cui sono stati ristrutturati ed allestiti. Dalle finestre delle rispettive cucine si gode di un’impareggiabile vista sul molo e sulle montagne, lo stesso paesaggio che ha segnato e accompagnato la vita di Tirde. Anche questa abitazione si può fregiare di un illustre inquilino: nelle stanze dell’odierno appartamento rosso soggiornò niente meno che Cesare Pavese!

Per chi preferisce una stanza d’albergo, in centro paese a pochi passi dalla casa vacanze c’è anche l’ Hotel Sette Archi, un bell’edificio bianco con grandi terrazze traboccanti di gerani. Basta entrare nella hall per scoprire anche qui  un’atmosfera familiare e intima, dove ogni pezzo dell’arredamento, ogni soprammobile, è stato scelto con cura e gusto dalla signora Maria Ida, per gli amici Dodò, che accoglie gli ospiti con un caloroso sorriso e tanti deliziosi piatti fatti con prodotti naturali locali, in piena filosofia Km 0!

Continuando nella passeggiata, superato il porticciolo, subito dopo A Ca da Tirde c’è un giardino con i resti di un’antica villa romana di cui si può ancora vedere il calidarium. E’ proprio qui che vediamo scorrazzare un cinghiale selvatico sceso dalla colline retrostanti in cerca di cibo: a Bocca di Magra se ne fanno di incontri particolari!

Proseguendo lungo il molo si arriva alla spiaggetta che d’estate viene attrezzata con lettini e ombrelloni ma che quando la visitiamo noi, in un sabato di maggio decisamente novembrino, ha l’aria struggente tipica delle spiagge d’inverno.

Il mondo di Bocca di Magra non finisce qui, è fatto di borghi antichi arroccati sulle colline, spiagge incastonate negli anfratti della costa, sentieri sospesi tra mare e terra, monasteri e castelli, per non parlare di località famose come Lerici, Tellaro e le Cinque Terre, tutti a poca distanza da qui; ma se si vuole cercare un posto dove rifugiarsi per trascorrere momenti di pace e silenzio, allora non serve cercare altrove, Bocca di Magra ha già tutto quello che serve: basta sedersi e lasciarsi avvolgere dal suo incanto, tutto il resto lo faranno mare, fiume, montagne, vento e silenzio.