E’ con grande gioia ed orgoglio che pubblico un post scritto e redatto da Elena Serrani, guida turistica ufficiale di Biella e Provincia, che in esclusiva per Viaggiolibera ci propone un itinerario d’autore alla scoperta delle meraviglie architettoniche e paesaggistiche di Biella.
Un’ occasione unica per scoprire un territorio ricco di sorprese, attraverso le immagini e le parole di un’esperta che ne conosce profondamente storia, tradizioni e bellezze.
Ecco il primo di una serie di articoli che vi porteranno alla scoperta della zona settentrionale della provincia.

Chi giunge dalla pianura nella provincia di Biella viene accolto già in lontananza dal profilo ritmato
delle colline e delle Alpi che coronano questo territorio. Partendo dalla lingua morenica della Serra,
si possono percorrere con lo sguardo i pascoli della Valle Elvo, i rilievi conici (i cosiddetti Brich)
della Burcina, San Grato, Zumaglia e Monte Prèvè, per proseguire a est verso la zona ancora ricca
di vigneti di Masserano e Sostegno.
Le colline e le montagne biellesi sono state interessate nei secoli dalla presenza umana legata alle
attività di alpeggio e pastorizia nella fascia montana, ad attività artigianali alle quote più basse. Le
montagne sono state fino all’Ottocento la via privilegiata, attraverso i valichi, per le comunicazioni
e i commerci tra le zone limitrofe della Valle d’Aosta e Valsesia.
Con l’incremento dell’industrializzazione nel XX secolo le valli fluviali biellesi vengono costellate
di grandi stabili produttivi; a livello sociale nasce e sale al vertice la borghesia costituita dagli
imprenditori locali, desiderosi di affermarsi anche a livello di immagine non solo investendo nelle
proprie attività produttive, ma attraverso committenze artistiche e architettoniche o interventi
urbanistici.

Il percorso qui offerto interessa, partendo da ovest, alcune aree dislocate nella fascia settentrionale
del Biellese, caratterizzate dall’interazione tra ambiente naturale e progetto costruttivo umano:
tra XIX e XX secolo infatti l’immagine del Biellese viene modificata dagli interventi promossi
e finanziati da illustri personaggi che vogliono disegnare il paesaggio secondo i propri ideali
estetici; i Piacenza, Federico Rosazza Pistolet, Ermenegildo Zegna lasciano la propria firma sul
territorio attraverso interventi paesaggistici e architettonici, includendo nella propria visione anche
le comunità in cui agiscono. Imprenditori, studiosi, esteti, appassionati, controversi, megalomani,
filantropi tanti sono gli aspetti legati alle figure di questi personaggi, i quali indubbiamente hanno
lasciato segni tangibili sul territorio e nella sua storia.

La BURCINA
La riserva naturale della Burcina si trova nel comune di Pollone, situato a nord di Biella nella
comunità della valle Elvo, e si estende su un’area collinare di 57 ettari tra 570 e 830 metri d’altezza.
Il Brich Burcina deriva il nome probabilmente dal termine bru con cui si indicava l’erica, mentre
con Brich si indicano tutte le conformazioni collinari coniche che caratterizzano la geologi dell’alto
Biellese, in prossimità del passaggio della Linea Insubrica del Canavese (area tra l’alta Serra e il
Bocchetto Sessera).
Area importante dal punto di vista storico poiché sono state trovate testimonianze archeologiche,
oggi essa richiama visitatori per la sua bellezza di giardino ai piedi delle Alpi e dominante la
pianura con viste mozzafiato.
L’iniziatore del parco è Giovanni Piacenza lungimirante industriale laniero locale, attivo
nell’azienda fondata dagli avi nel 1733, viaggiatore e politico; egli, nella prima metà dell’Ottocento
decide di riqualificare il colle riordinando la flora esistente e piantando nuove essenze soprattutto
conifere. Il progetto sarà portato avanti dal figlio Piacenza, che creerà il giardino all’inglese che
ancora oggi mantiene l’impianto di fine XIX secolo, con la grande piantumazione di rododendri ed
essenze esotiche.

Il parco è visitabile attraverso un percorso sterrato che dall’ingresso principale porta fino alla vetta,
tagliato da alcuni sentieri mantenuti dal personale della Riserva.
Il transito veicolare è possibile solo per chi risiede o svolge attività nel parco (ci sono ancora poche
cascine abitate), oppure nei giorni di giovedì (9.00-18.00) e sabato (9.00-11.00) è permesso il
transito ai mezzi che trasportano disabili o anziani over 65.
La Burcina è meta di visitatori provenienti dall’esterno, ma è anche molto frequentata dai
Biellesi stessi per passeggiate e attività sportive outdoor, a confermare l’importanza di un luogo
esteticamente e naturalisticamente ricco di interesse. Il parco è sede del centro documentazione
giardini storici del Biellese, e della Società italiana del rododendro.
Diverse attività vengono organizzate nel corso dell’anno, e sono visibili sul sito ufficiale.