© silviaromio.altervista.org

Le radici del Carnevale di Ivrea affondano in arcaici riti e cerimonie agresti legati allo scorrere delle stagioni, al ritorno della primavera con i suoi frutti e i suoi raccolti e a gesti propiziatori per favorirne l’abbondanza. Nel corso dei secoli componenti storiche di diversa matrice si sono stratificate nel tessuto della festa che tra il Settecento e l’Ottocento è stata investita di un significato politico e civile passando da festa della natura a festa civica, un momento di forte aggregazione sociale dove le rievocazioni assumo una marcata connotazione politica celebrando le gesta eroiche di generali ed esercito e porgendo tributo alle rivolte popolari che hanno scritto la storia del Canavese e ne hanno segnato il destino.

Ad Ivrea va in scena il Carnevale che non ti aspetti!
Una festa che va ben oltre l’evento folkloristico per riproporsi come un momento di aggregazione comunitaria in cui tutti, dai più giovani ai più anziani, partecipano attivamente con grandi trasporto e passione. Ed è proprio la passione, l’orgoglio, il senso di appartenenza ad una comunità a rendere questa manifestazione uno degli eventi più intensi e spettacolari del panorama carnevalesco italiano e non solo.

© silviaromio.altervista.org

Qui non ci sono maschere ma personaggi, figuranti che impersonano un universo fatto di cavalieri con il Podestà, alfieri con le bandiere storiche delle Parrocchie  egli Abbà (i Priori delle Parrocchie), eroine e generali con lo Stato Maggiore, che in diversi momenti sfilano per la città mettendo in scena una lunga serie di  bellissime e coinvolgenti rievocazioni storiche che iniziano addirittura dal 6 gennaio per trovare il loro culmine il sabato e domenica di Carnevale.

© silviaromio.altervista.org

Gli stessi protagonisti della festa, la Vezzoza Mugnaia e il Generale, sono personaggi di estrazione storica. La prima è Violetta, la leggendaria eroina popolare figlia di un mugnaio che decise di ribellarsi all’infelice sorte della  Ius prime noctis a cui le fanciulle eporediesi erano destinate tagliando la testa al marchese tiranno e portandola in tributo al popolo. Ogni anno una fanciulla viene proclamata Vezzosa Mugnaia e acclamata come una regina; l’abito della Mugnaia include la fascia tricolore, a testimonianza della forte connotazione civile e politica di cui il personaggio è stato investito nel passaggio dei secoli e nella rilettura Risorgimentale.

La proclamazione della Mugnaia è il momento più importante e sentito del Carnevale: il nome della Signora, sino a quel momento segreto, viene svelato al popolo la sera del sabato di Carnevale in una piazza del Municipio gremita all’inverosimile di una folla urlante che, alla vista della Mugnaia che si affaccia al balcone per rendere omaggio al popolo, esplode in un omaggio corale alla Signora. Un momento emozionante che ho avuto il privilegio di vedere dall’alto potendo percepire in un unico colpo d’occhio la bellezza e l’impatto della folla vestita dei diversi colori delle contrade che risponde con grande trasporto ed energia alle parole del proclamatore.
E’ questa piazza acclamante e traboccante di gioia la “pancia” del Carnevale, allegria ed energia pure da cui è impossibile non farsi contagiare.
Il Generale e il suo Stato Maggiore sono personaggi di estrazione ottocentesca che rappresentano il potere civico che si pone a capo della festa, a sottolinearne la nuova connotazione civica assunta a partire da questo secolo .

La Presa in Dora – © silviaromio.altervista.org

Le rivisitazioni storiche continuano per tutta la domenica di Carnevale sin dalla prima mattina con il Giuramento di fedeltà del Magnifico Podestà per culminare nella Preda in Dora sul Ponte Vecchio, ovvero l’atto con cui il Podestà lancia una pietra nel fiume Dora dal ponte di origine romana della città come omaggio alla Libertà; il rito si ricollega alle due distruzioni del Castellazzo nel XII e XIII secolo a seguito di moti di ribellione popolari contro l’allora potere dominante; dopo la seconda distruzione il Podestà si impegnò a non costruire più alcun edificio laddove sorgevano le torri del Castellazzo così che il luogo rimanesse simbolo di rivoluzione e libertà. Ogni anno gli eporediesi, fedeli alla tradizione, rinnovano questo antico giuramento.
Terminata questa rievocazione è tempo di Fagiolata, altro momento di grande collettività in cui i fagioli vengono offerti a tutti i presenti in attesa del momento di festa e allegria più alto e popolare, la Battaglia delle Arance, preceduta dalla salita della Mugnaia sul cocchio, accompagnata dal Generale e dagli ufficiali a cavallo e in divisa napoleonica, che dopo aver percorso le strade del centro storico danno ufficialmente inizio alle danze, anzi alle arance in volo!

Altro simbolo del Carnevale di Ivrea è  il berretto frigio, la cui storia affonda le radici nell’Antica Roma quando veniva donato dal padrone ai Liberti, gli schiavi liberati; nei secoli il copricapo ha conservato il suo significato venendo introdotto nel Carnevale in epoca napoleonica e diventandone un marchio indistinguibile di appartenenza alla manifestazione e alla città oltre ad evitare a chi lo indossa di essere oggetto di lancio. E’ emozionante girare per le vie del centro e vedere come tutti, davvero tutti, dai bambini in fasce ai vecchietti, indossino il berretto con aria orgogliosa.

© silviaromio.altervista.org

Per uno spettatore che assiste al Carnevale per la prima volta a colpire non sono solamente le rievocazioni storiche, per quanto suggestive e coinvolgenti, ma sopratutto il grandissimo senso di collettività e partecipazione che pervade gli eporediesi, quella nota di orgoglio che fa vibrare la loro voce quando parlano del loro Carnevale, la contagiosa allegria dei loro gesti, dei loro cori da stadio, la passione con cui acclamano la Vezzosa Mugnaia alla stregua di una regina, la scherzosa rivalità con cui sfidano gli avversari in campo.
Il Carnevale di Ivrea è comunità, condivisione di conoscenza tra generazioni, è antica storia tramandata nei secoli, è trascinante allegria e coinvolgimento, è voglia di festeggiare insieme.

Un ringraziamento particolare a Turismo Torino e Provincia e alla Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea per la meravigliosa organizzazione e per aver dato la possibilità di capire e partecipare da dentro a questo meraviglioso evento collettivo.

Guida al viaggio

Dove dormire:
L’Hotel Crystal Palace di Banchette, ad appena 2 km dal centro di Ivrea, è un nuovo moderno 4 stelle che offre stanze eleganti e spaziose con comodissimi letti e tutti in confort. Personale gentilissimo.
Il Ristorante Trattoria Moderna giusto accanto all’hotel offre il meglio della tradizione culinaria canavese in un ambiente raffinato e curato.