Spesso snobbata a causa delle sorelle più gettonate Cervinia e Courmayeur, Aosta è, invece, una piccola perla incastonata nelle montagne.

Con poco più di 34.000 abitanti, il capoluogo conserva il fascino di un passato mai dimenticato. Una vita di mezzo tra città e paese che la rende facile da visitare e, soprattutto, da amare a prima vista.
Nonostante il centro sia concentrato in poche vie e visitabile a piedi in poche ore, Aosta è il fulcro della vita valdostana.

Il mio consiglio è di iniziare la visita partendo dall’Arco di Augusto (nella piazza ci sono diversi parcheggi sia liberi che a pagamento). Subito dopo aver imboccato via S. Anselmo si giungerà a Porta Pretoria uno dei tanti resti romani valdostani ancora intatti. A questo punto, girando a destra ci si può avventurare all’interno dell’Anfiteatro romano, uno splendido esempio di come l’architettura sopravviva ai secoli lasciandoci in eredità la magica atmosfera del passato. Questo sito archeologico è visitabile gratuitamente. Alcune passerelle consentono di attraversarlo in lungo e in largo regalando degli scorci indimenticabili. Vedere l’imponente antiteatro con lo sfondo delle Alpi non è cosa da tutti i giorni.
La scoperta del centro cittadino può poi continuare attraversando il corso principale per giungere alla maestosa Piazza Emile Chanoux. Non tralasciate una visita alle numerose viette che si affacciano lungo il viale. Regalano spesso dei piccoli giardini fioriti e il fascino degli scorci nascosti.

Un piccolo scorcio di Porta Pretoria

DA NON PERDERE:

– Cattedrale di Santa Maria Assunta: ricca di affreschi è la testimonianza del passato romano della città. L’ingresso è gratuito ma limitato a poche ore durante la giornata (solitamente durante gli orari delle celebrazioni) (qui tutte le informazioni utili)
– Le botteghe locali: ricche di prodotti tipici e prelibatezze varie. Da assaggiare assolutamente la fontina, il genepy (tipico liquore alle erbe valdostano), la toma di Gressoney e il Lardo d’Arnad. Per l’acquisto di questi prodotti consiglio però l’avventura al Gros Cidac, un enorme supermercato alle porte della città. Rimarrete senza parole per la quantità indescrivibile di formaggi e sarà impossibile resistere alla tentazione di riempire la macchina di cibarie varie
– Un caffè alla valdostana: viene servito all’interno delle grolle (chiamate anche coppe dell’amicizia). La grolla è un recipiente intarsiato nel legno da cui partono diversi beccucci che servono a condividere il caffè alla grappa valdostana contenuto all’interno. Non si usa quasi più ma in tutte le botteghe troverete le grolle di tutte le dimensioni che possono essere acquistate come souvenir. 
Ordinando un semplice caffè, invece, in quasi tutti i bar, vi verrà servita come “coperchio” della tazzina una tegola (tipico biscotto alle nocciole)
– Un pasto tipico: se avete tempo non perdetevi un pranzo o una cena tipici del luogo. Verrete senz’altro conquistati dalla polenta concia (polenta gratinata al forno con fontina e burro) accompagnata dal cinghiale o dal cervo, dalle crespelle alla valdostana (pasta ripiena di prosciutto con fonduta di fontina), dalle castagne aromatizzate al miele, dal pane nero abbrustolito accompagnato con i salumi tipici e dai diversi formaggi serviti con marmellate casarecce.

Le splendide viette nascoste

Aosta sarà anche una piccola città ma ha un cuore grande come una vera capitale avvolta dalla magia del passato e non ha assolutamente nulla da invidiare alle altre, più famose, regine delle Alpi.