Avevo fantasticato non so quante volte su Hanoi, la capitale del Vietnam, svolazzato con la mente sulla superficie del lago e percorso su e giù le vie colorate. E’ difficile trovarsi al cospetto con mete che si sono sognate a lungo, il rischio di restare delusi è sempre in agguato.

Il Quartiere Vecchio di Hanoi è l’archetipo dell’Asia come tutti se la immagino: un brulicare di vita e commercio, un via vai continuo di gente e motorini scoppiettanti, strade stipate all’inverosimile dove il semplice attraversare diventa un’arte, un’abilità da sviluppare con l’esercizio.
Mi è bastato posare gli occhi sul panciuto ponte di legno rosso del lago di Hoan Kiem per capire che Hanoi è come l’avevo immaginata. Vera,sfacciatamente autentica e carica del fascino proprio dei luoghi lontani.
Hanoi è chiassosa, caotica, disordinata eppure magicamente seduttrice. Tra le labiribtiche vie del Quartiere Vecchio, dove la vecchia Asia incontra smartphone di ultima generazionee hotel di lusso, persino il chiasso dei motorini diventa un elemento chiave, la  colonna sonora della spettacolo di vita che ogni giorno va in scena. Trascinata nel vortice di suoni ed immagini, ho guardato i giorni ad Hanoi volare via e avrei voluti poterli fermare, poter dilatare il tempo a disposizione per immergermi di più nella città , per respirarne i suoi profumi, catturare ogni dettaglio con la mia macchina, assaporarne gli aromi esotici, indugiando tra i negozietti di abiti, gioielli e spezie e cedendo alle lusinghe delle loro merci esotiche.

Tra arti e sapori di strada

Ogni via porta il nome della corporazione che vi si insediò originariamente nel XIII secolo e ad oggi il Quartiere Vecchio conta oltre 50 corporazioni: si spazia dalle vie di tessuti come seta e cotone a quelle di metalli come rame, stagno ed argento per poi fare un viaggio culinario tra i sapori vietnamiti con le vie delle patate dolci, del pesce arrostito e del riso, solo per citare le più note. Passando di vicolo in vicolo si ripercorre la storia dell’artigianato, incontrando fabbri, vetrai, fabbricanti di scatole di latta, di stuoie, sarti le cui abili mani corrono lungo meri di seta colorata ed erboristi che miscelano le erbe più rare.
Tanto girovagare mette appetito e di nuovo la strada è il posto giusto per assaporare le specialità vietnamite. Molte bancarelle del centro sopravvivono da decenni, abbastanza a lungo da aver potuto perfezionare le loro ricette fino a renderle sensazionali. Anche il caffè è un’arte molto praticata ad Hanoi, e non parlo delle nuove e moderne caffetterie all’occidentale ma di dei caffè tradizionali vietnamiti, che profumano di caffè tostato e di spezie. Non è necessario cercarli al lungo, basta lasciarsi andare al flusso del Quartiere Vecchio che incappare in qualche caffetteria tradizionale. A volte per raggiungerle bisogna arrampicarsi lungo ripide scale in legno che si inerpicano tra i piani delle vecchie case, magari superando negozi stipati di sete e gioielli, per poi sbucare in ambienti caldi e accoglienti, spesso con piccole terrazze da cui osservare il brulicare di vita sottostante.
Hanoi è l’Asia dei sensi, un mescolarsi di profumi suoni e sapori continuo e appagante, che cattura e riempie gli occhi e le narici, e anche se sprazzi di mondo occidentale si fanno sempre spazio tra una bottega di artigianato e una bancarella di cibo locale, è facile che passino inosservati e non turbino i sensi, coperti da strati di Oriente puro, quello che tanto mi mancava e che proprio qui, ad Hanoi, ho ritrovato.

Al rientro pubblicherò il reportage completo su Hanoi con i consigli pratici per il viaggio, nel frattempo per tutte le informazioni sulla visita della città potete visionare il sito di Asiatica Travel