Kyoto, con i suoi templi e giardini rappresenta la culla e l’anima del Giappone, il simbolo della tradizione, dove accanto ad edifici moderni e centri commerciali sorgono antichi templi, custodi di una storia antica . Il mio primo impatto con Kyoto è stato però deludente: mi aspettavo una città dalle architetture tradizionali invece, scesa dal treno, mi sono ritrovata in una piccola Tokyo. La stessa stazione è inserita in un’enorme e avveniristico centro commerciale luccicante, quanto di più distante dalle raccolte e soffuse atmosfere dei templi che andavo cercando.

Bisogna dare tempo a Kyoto per svelarsi, perché la città serba la sua anima tradizionale in quartieri scostati dal centro pullulante di traffico e negozi, come tesori preziosi da tenere lontano da occhi indiscreti.

Il numero dei templi di Kyoto è impressionante, al punto da aver meritato l’appellativo di “città dei mille templi”. Vederli tutti in pochi giorni è impossibile, ho dovuto necessariamente fare una cernita.
Ho scelto di vedere il Kinkaku-ji, il Padiglione d’Oro, straordinariamente luminoso con migliaia di foglie d’oro che lo rivestono interamente ed inserito in uno scenario paesaggistico di grande suggestione, al centro di un laghetto dalle acque perfettamente immobili che ne riflettono le forme e i colori in un suggestivo gioco di specchi.
Il Santuario di Fushimi-Inari Taisha è uno dei templi più famosi di Kyoto, un lungo percorso coperto sotto migliaia di torii vermigli che formano un tunnel lungo oltre quattro chilometri che conduce fino al santuario shintohista.
Il Ryoan-Ji o Tempio del Dragone Pacifico è uno dei  più importanti di Kyoto, famoso per il suo giardino Zen di trecento metri quadrati di sabbia e pietre di varie forme.

Grazia, proporzione, equilibrio e armonia: sono le sensazioni che questo, come molti altri templi giapponesi, comunicano. La loro visione è come un balsamo per occhi e mente, come se i pensieri, al cospetto dell’armonia delle forme tutt’intorno, frenassero la loro corsa e d’un tratto fluttuassero leggeri.
Anche i giardini da cui gli edifici sono sempre circondati sono molto più che elementi decorativi, diventano parte dell’opera architettonica: onde sinuose disegnate nel ghiaino, pietre disposte secondo un preciso disegno, forme armoniche, ordine ed equilibrio paiono comunicare direttamente con la nostra mente.
Shintoismo e Buddismo, le due religioni cardine del Giappone, esprimono e materializzano anche attraverso templi e giardini la costante ricerca di armonia ed equilibrio che sta alla base del culto e ne costituisce le fondamenta. In una città moderna, caotica e sempre in movimento, templi e giardini diventano santuari di silenzio e quiete, rifugi dove prendersi una sosta e meditare, o semplicemente riposare occhi e mente.

Nel raccontarlo mi risento addosso quella profonda sensazione di quiete che provai nei templi di Kyoto, e del Giappone in generale: mai avrei pensato che il paese forse più adrenalinico e frenetico del mondo mi insegnasse quanto è profonda e rassicurante la quiete che viene dal silenzio e dall’ordine.