E alle fine sono partita.
Dopo aver assaporato il piacere di giornate da riempire con lunghe passeggiate, la compagnia di buoni libri accompagnati da the fumanti e volti amici con cui gustare deliziosi banchetti, ho deciso che non approfittare di due settimane di ferie, il dono più prezioso che ho trovato sotto l’albero, era un vero peccato.
Sono partita come un esploratore, cercando la meta sulla mappa, aspettando che fosse lei a trovare me, a saltarmi agli occhi. Non troppo distante, non troppo fredda né affollata, il giusto mix tra città e natura: a volte so essere una viaggiatrice davvero esigente. Compito arduo, soprattutto durante le feste invernali, ma alla fine lei non ha tardato a farsi trovare. E nel giro di poche ore mi sono trovata in macchina, poche cose messe distrattamente in valigia e in testa una sola parola: Lubiana.

La capitale della Slovenia mi accoglie con un cielo nuvoloso e qualche sprazzo di sereno che mi strappa un sorriso pensando che a casa piove.
Città di arte, pittori e letterati, Lubiana ha un volto marcatamente mitteleuropeo che fa dimenticare che in fondo siamo a meno di un centinaio di chilometri dal confine italiano. Bastano così poche ore a far svanire  le architetture veneziane, velate sotto strati di marmo ingentiliti dal gusto barocco, e 
ritrovarsi immersi in un mondo dal gusto e dalla lingua dal carattere e dal suono piu’ deciso eppure delicatamente armonico.
Lubiana è discreta e romantica, attraversata dal piccolo fiume Ljubjianica che col suo scorrere placido contribuisce all’atmosfera rilassante che aleggia tutt’intorno.
Il compatto centro storico è abbellito da candidi palazzi barocchi dove ogni tanto compare un drago, simbolo e leitmotiv della città.
I più belli e imponenti sorvegliano l’omonimo ponte e sono oggetto dell’attenzione dei turisti, che li inondano di flash e dei piccioni, che vi si appoggiano in stormo creando un buffo contrasto. Questo elegante ponte in stile liberty segna l’accesso al centro storico marcato da altri ponti che uniscono le due sponde del fiume, entrambe abbellite da caffè e ristoranti. Uno dei più noti è quello di Tromostovje, il triplo pronte opera di Plecnik, l’architetto che con il suo stile ha forgiato e scolpito il volto della città.
Più avanti c’è il Ponte dei Calzolai riconoscibile dai pilastri che sorreggono le lampade stilizzate, amato dagli artisti di strada e dai musicisti.
Piazza Preseren, su cui troneggia la bella facciata color salmone della Chiesa dell’Annunciazione, è un altro punto di incontro della gioventù lubianese, che qui si ritrova in allegria tra boccali di birra e succulenti panini con wurstel.
Addentrandosi nel cuore della città ancora belle piazze, come Mestni trg dove fa bella mostra di sé l’elegante facciata del Municipio su cui troneggia, manco a dirlo, un drago. E piazza Stig, camuffata da via pedonale, sicuramente la più bella e caratteristica con tanti edifici barocchi e medievali.
Ad accompagnare la visita del centro è la presenza costante del Castello di Ljubjanja, che sembra il naturale completamento di una fiaba già popolata di draghi; arroccato sulla verde collina che domina la città, è di origini antiche e nel corso del tempo assolvette a varie funzioni, non ultimo quella di prigione. Qui fu rinchiuso anche Silvio Pellico.
L’ascesa al castello può avvenire in funicolare ma io vi consiglio di salire a piedi lungo la strada che parte proprio dietro la stazione della funicolare e costeggia il monte, regalando belle viste sui tetti rossi della città.
Racconta la leggenda che il drago ucciso da San Giorgio un tempo viveva proprio sotto questa collina. Il castello oggi è stato ristrutturato e offre alcune interessanti mostre sulla storia della città, ma io rimango incantata ad osservarne le possenti mura e mi chiedo quanta umanità abbiano visto passare e quante storie potrebbero raccontare se solo avessero voce per farlo.
La sera non rinuncio ad una passeggiata sul lungofiume e a colpirmi è l’atmosfera rilassata e vagamente bohémienne, con romantiche luminarie ad addobbare i rami spogli degli alberi come lucciole tremolanti e le lanterne delle terrazze dei lounge bar che si specchiano nell’acqua.

Se dovessi definire Lubiana direi che la sua forza sta nell’insieme, una bilanciata sinfonia di marmi, mattoni ed acqua, una pacatezza che conquista e induce a rallentare il passo per godere più a lungo della sua velata magia.