Un viaggio non solo a ritroso nel tempo ma anche alla riscoperta delle nostre radici, è quello che il visitatore si appresta a fare all’interno del MeM, la sezione del Galata dedicata alle migrazioni sia italiane, iniziate alla fine del 1800, ma anche quelle moderne. Non vi nascondo che è stata un’esperienza meravigliosa,emozionante ed istruttiva. Qui ho toccato con mano la disperazione di tante famiglie nostre compatriote, costrette a lasciare le proprie terre per fare fortuna altrove. A volte andava bene altre invece ad attendere queste persone era la morte. 1200 metri quadrati di esposizione per oltre 40 postazioni multimediali, ed è proprio da una di queste postazioni che inizia il viaggio nella memoria: uno schermo interattivo vi permetterà di scegliere alcune lettere (recitate da attori vestiti con abiti del tempo) che i migranti italiani scrivevano ai loro cari rimasti in patria. Subito dopo entrerete nel cuore del museo, ma prima vi verrà consegnato il vostro passaporto (necessario per interagire nelle varie postazioni) da migrante e il biglietto d’imbarco che vi consentirà di salpare per New York!

Tutta la sezione è suddivisa per stanze ognuna delle quali ricrea l’intero percorso che dovevano affrontare gli emigranti (circa 29 milioni di italiani tra il 1861 e il 1961). Si inizia con la chiamata, della quale ho parlato poco fa, e si prosegue con la ricostruzione della Stazione Principe, infatti da qui partivano moltissimi migranti.. Si inizia con la chiamata, della quale ho parlato poco fa, e si prosegue con la ricostruzione della Stazione Principe  punto di partenza di circa 29 milioni italiani tra fine ‘800 ed inizio ‘900. Una scenografia bellissima: le facciate tutte colorate, le botteghe, i vicoli, una scuola, sembra davvero di passeggiare nella città vera! Ma ora è giunto il momento dell’imbarco che sarà preceduto dal controllo del biglietto e del passaporto: qui un doganiere virtuale vi dirà chi siete e da dove venite. La vostra però non sarà un’identità inventata, ma apparterà veramente ad uno dei venti italiani di cui è stata ricostruita la storia! A questo punto sarete pronti ad imbarcarvi, e lo farete percorrendo una passerella in legno. Il piroscafo “Città di Torino” è ricreato alla perfezione: la sala bagagli, le cuccette separate per uomini e donne (sedendosi su alcuni letti appositamente segnalati, ascolterete canti e parole dei migranti), i bagni e anche l’infermeria. Infine “sbarcherete” nelle tre destinazioni principali:  La Boca (Argentina), una favela brasiliana ed Ellis Island.
La Boca è coloratissima e molto ligure! Infatti le case furono dipinte proprio con i colori utilizzati per le navi e le barche. Una cosa che ho imparato al MeM è la grande presenza italiana in Brasile favorita dallo Stato Federale di San Paolo che aveva bisogno di molta manodopera dopo l’abolizione della schiavitù. Infine la migrazione odierna che copre gli ultimi 40 anni. Qui potrete vedere anche il barcone di Lampedusa, una delle prime imbarcazioni che portarono nel nostro paese tanti profughi. Fotografie e filmati poi vi accompagneranno lungo tutto il percorso. Ma non è tutto al terzo piano c’è anche la ricostruzione del ponte di un piroscafo, e potrete manovrare il timone e far finta (grazie a varie proiezioni) ad esempio di oltrepassare lo stretto di Gibilterra. Incredibile poi è la ricostruzione del sommergibile Nazario Sauro (ormeggiato proprio di fronte al Galata) ricreato appositamente per tutte quelle persone alle quali l’accesso al sommergibile vero e proprio è vietato per motivi di sicurezza ( quitutte le info).

Cosa mi resta della visita al Museo? Una gran voglia di rivisitarlo al più presto per cogliere tutte quelle sfumature che possono essermi sfuggite la prima volta e poi il panorama su Genova che si gode dalla terrazza Miradorvarrebbe da sola il prezzo del biglietto.