Emanuela ci porta alla scoperta di un’altra meraviglia delle Cinque Terre: Monterosso

Vi siete mai domandati perché Monterosso si chiama così? Il nome trae origine dai marchesi Obertenghi che intorno all’anno mille reggevano questo feudo. Questi nobili erano noti anche come Rufi a causa del colore rossiccio dei loro capelli e tutta la zona da loro comandata era chiamata “Il monte del Rosso”. Molti si sono battuti per il possesso di questi luoghi e numerose sono state le battaglie: come dimenticare le incursioni dei longobardi di Rotari che nel VII secolo rasero al suolo il vicino paese di Albereto, oppure le lotte tra pisani e genovesi conclusesi a favore di questi ultimi nel 1254. Nel 1545 venne invece attaccata dai turchi e perirono molte persone, morti che purtroppo si ripeterono durante il periodo delle due guerre mondiali.

Non appena uscirete dalla stazione ferroviaria ad accogliervi ci sarà la lunga spiaggia di Fegina. Questa è la zona “moderna” caratterizzata da alberghi, ristoranti e stabilimenti balneari. Nonostante il via vai dei turisti è impossibile descrivere il senso di pace che trasmette questo posto. Forse sarà il rumore delle onde del mare oppure la calma rasserenante del paesaggio circostante. Non lo so, ma ciò che so è che una volta che arrivi non vorresti più andare via. Sempre a Fegina, oltre il grande parcheggio, potrete vedere una statua alquanto “bizzarra” fatta costruire da dei monterossini ritornati dall’Argentina nei primi del ‘900: il “Gigante” raffigurante il dio Nettuno che regge una terrazza (oramai distrutta) a forma di conchiglia. Questa statua faceva parte di Villa Pastine (la famosa “Casa dei Doganieri” di Eugenio Montale che a Monterosso era solito passere le estati) purtroppo bombardata durante la seconda guerra mondiale.


Al borgo vecchio invece si giunge proseguendo in direzione opposta al “Nettuno” percorrendo la deliziosa camminata lungomare. Avete due possibilità per giungere nella parte antica: proseguire lungo la passeggiata dove troverete la Torre Aurora della quale parlerò tra poco, oppure tagliare attraverso il tunnel. State tranquilli ci sono indicazioni chiare lungo tutto il tragitto e non potete perdervi. La Torre Aurora è un’antica torre di avvistamento fatta costruire per resistere agli attacchi dei barbari. Oggi è casa privata e chissà com’è vivere in un’abitazione del genere!


Questa che vedete invece è la statua di San Francesco, posta sul colle di San Cristoforo che divide il borgo in due. Fa parte del complesso del convento dei Cappuccini (l’edificio bianco e rosso della prima foto) e della Chiesa di San Francesco . All’interno della chiesa, alla quale si arriva percorrendo un viale chiamato “passeggiata delle agavi”, ci sono quadri di Bernardo Strozzi, Luca Cambiaso Luca Cambiaso e una “Crocefissione” attribuita a Van Dyck.


Ecco la spiaggia (quella appartenente al borgo vecchio). Ricordate le immagini dell’alluvione del 2011? Ecco com’è ora. Incredibile quanto le persone riescano a risollevarsi dopo tragedie simili! Monterosso infine offre agli amanti del trekking e delle passeggiate vari percorsi in mezzo alla natura, il cosiddetto Anello di Monterosso e comprende: Punta Mesco , Monte Focone, Colla di Gritta e il Santuario della Madonna di Soviore nato secondo la leggenda per proteggere l’immagine della Madonna “sopravvissuta” alle incursioni del re longobardo Rotari. Per mappe ed informazioni varie vi potete rivolgere agli uffici per il turismo presenti alle stazioni ferroviarie, ma per farvi un’idea dei vari itinerari ecco una mappa mappa.

Per ora è tutto, presto ci addentreremo all’interno del borgo per scoprire altre meraviglie.