© silviaromio.altervista.org

Palazzo Reale, Reggia di Venaria, Castello del Valentino, Stupingi, Castello di Rivoli….. nel prepararmi alla visita di Torino guardavo il sito della Residenze Reali del Piemonte chiedendomi: “Ma quante sono?! Com’è che non avevo idea che il Piemonte fosse costellato di palazzi e reggie?”.
In effetti molti ignorano la quantità e la bellezza di  questi straordinari palazzi, scrigni di eleganza e splendore, custodi di un’epoca regia che segnò un lungo periodo della nostra storia.

Visitare tutte le residenze nei soli tre giorni che avevo a disposizione era impossibile, e dovendo scegliere di visitare un solo palazzo fuori Torino ho optato per la Reggia di Venaria, sia perché è quella che più conoscevo di fama, sia per comodità: grazie ai consigli dell’Ufficio del Turismo di Torino ho infatti usufruito della Torino + Piemonte card che include, oltre che l’entrata alla Reggia,  il Royal Bus, un servizio d’autobus diretto che in soli 40 minuti porta da Stazione Porta Nuova in centro città alla Reggia.
Ad accogliermi un sole splendente ed una temperatura eccezionalmente alta per fine dicembre, le condizioni ideali per godere appieno del magnifico scenario che circonda il palazzo, immerso nella campagna incorniciata dall’arco delle Alpi.

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Considerata uno dei capolavori assoluti del barocco universale, la reggia fu fatta costruire a metà del seicento come residenza di caccia di Carlo Emmanuele II. L’esterno è un concentrato di grazia ed equilibrio dove le pareti in mattoni rossi si coniugano armoniosamente con il marmo bianco, il tutto immerso nel magnifico scenario dei giardini all’italiana che circondano la Reggia.
Ma è all’interno che è custodito il vero tesoro, fatto di stucchi, dipinti, tappezzerie, di atmosfere rarefatte, soffitti altissimi e stanze enormi in cui risuona l’eco dei proprio passi. Quello che colpisce è il vuoto, la quasi completa mancanza di arredamento che spiazza il visitatore, abituato a ricercare negli ambienti reali pezzi di mobilio che aiutino la fantasia a ricreare la vita a corte dell’epoca. Alla Venaria serve uno sforzo di fantasia superiore ma è anche questo vuoto a concorrere all’incanto che gli ambienti interni sanno ricreare. Una suggestione fatta sopratutto da un sapiente gioco di luci ed ombre. 
E’ la luce che entrando  dalle enormi vetrate inonda e accende  i fregi dorati, gli affreschi e i marmi bianchi che ricoprono le pareti della Sala di Diana, uno degli ambienti più grandi e suggestivi della Reggia, espressione della magnificenza della Corte dei Savoia.

Il percorso continua lungo stanze in penombra dove ritratti di personaggi reali sembrano osservare e scrutare i visitatori, fino a scorgere poi in fondo di nuovo luce che filtra da enormi tendaggi e rivela il profilo di un piccolo salotto. Siamo nelle Stanze del Circolo della Regina, una delle poche sale arredate, dove divani d’epoca e una bellissima arpa ricreano le atmosfere originali: sembra quasi di vedere la regina circondata dalle sue dame intente nelle loro conversazioni accompagnati da una musica armoniosa.

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Pochi passi oltre questo ambiente la luce prende il totale sopravvento e diventa artefice del capolavoro assoluto della Venaria, la Galleria Grande: un ambiente di grande suggestione creata dal sapiente gioco prospettivo dell’impianto architettonico e dominata dal bianco quasi accecante dei marmi delle pareti e del pavimento inondati di luce. Camminare soli, come è successo a me, in questa sala di straordinaria bellezza e magnificenza è un’emozione unica e impagabile!
La visita del Piano Nobile termina nella  Cappella di Sant’Umberto, capolavoro del barocco europeo e altro luogo di grande suggestione.
Il percorso continua anche negli ambienti sotterranei, in cui sono allestite delle mostre permanenti che ricostruiscono la storia della dinastia dei Savoia, e infine all’esterno negli eleganti giardini all’italiana, ancora in via di sistemazione ma già molto pregevoli  la prospettiva dal Giardino dei Fiori si perde sul profilo del Grand Paradiso che si staglia all’orizzonte. Termino la mia visita della Venaria sorseggiando un caffè nella terrazza del bar della Reggia, ammirando le cime delle Alpi in lontananza e immaginando dame e signori passeggiare per i lunghi viali dei giardini. Un finale regale degno di tanto splendore!